AVELLINO - Era il maggio del 1989 - mese e anno di grazia per lo sbarco in B1 della Scandone guidata da Claudio Bardini - quando i mitici Harlem Globetrotters si esibirono per la...
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«Dopo tanti anni mi aspetto la stessa risposta. - spiega Paolo Grassitelli, il local event manager della ShotEvents, l’agenzia che curerà l’organizzazione dell’ evento - Ho trovato subito grande collaborazione da parte della Sidigas Avellino che gestisce l’impianto».
La tappa inizialmente, secondo il calendario sul sito web italiano dei Globetrotters, si sarebbe dovuta svolgere a Napoli: «Ci sono state delle difficoltà burocratiche che non hanno agevolato l’operazione. - continua Grassitelli - Avellino non è assolutamente un ripiego, anzi è una piazza dove la pallacanestro è ormai una disciplina che si è consolidata tra la gente riscuotendo sempre più appeal. Quattordici campionati di fila in A, a buoni livelli e con la crisi che c’è, non sono affatto pochi».
L’ultima volta che gli Harlem hanno giocato in Campania è stato di recente l’11 dicembre scorso quando hanno fatto tappa all’ American High School collocata nel Support Site della Us Navy, la Marina militare statunitense, a Gricignano d’Aversa, nel casertano. È stata un’ esibizione privata riservata ai soldati americani per sollevare il morale delle truppe. Invece l’ultimo show aperto al pubblico, sempre in regione, è datato 29 maggio del 2006 al Pala Barbuto di Napoli dove non ci fu il sold out. Poco più di tremila spettatori in un momento in cui il basket a Napoli andava forte. Tre mesi prima il Basket Napoli di Mario Maione aveva vinto la Coppa Italia a Forlì.
«L’idea stavolta - continua Grassitelli - è di convogliare ad Avellino tutti i fans degli Harlem che vengono dal foggiano, dalla Basilicata, dal Molise e naturalmente anche da Napoli e dal resto della Campania. Un evento di questo livello sbarca una volta ogni 7-8 anni e costituisce uno spettacolo autentico». Nel roster attuale che si esibirà ad Avellino il 28 aprile prossimo ci sono anche due belle fanciulle come «T-Time Brawner», ventisettenne californiana di Oakland, e Joyce «Sweet J» Ekworomadu, texana di Dallas, ma di origini nigeriane, che ha giocato anche nel campionato italiano. Uno degli showman più apprezzati è sicuramente il grande e grosso, come dice proprio il nome, «Big Easy Lofton», un vero principe della risata. Insomma, lo show è assicurato, lo garantiscono anche Kareem Abdul Jabbar e Shaquille O’ Neal. Se lo dicono loro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino