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È assetato di sangue, robusto e implacabile. Se gli concedi un millimetro, si prende un chilometro dilatando ogni spazio: la magia sul terzo gol racconta alla perfezione questa attitudine alla spietatezza con quella palla a giro con cui scavalca il portiere e la mette laggiù in fondo alla galassia. È la notte di Lorenzo. Speriamo, solo la prima in questo Europeo appena iniziato. E lui se la prende tutta. A trent'anni è alla sua prima grande occasione. La prima volta da titolare in una fase finale di un grande torneo per nazionali dopo che ha fatto, in pratica da spettatore al Mondiale in Brasile e poi all'Europeo del 2016. Perché il ct Mancini lo vuole leader, con quella 10 sulle spalle. E quelli prima dell'ex tecnico dell'Inter lo hanno sempre stimato ma non hanno mai puntato veramente su di lui. E ieri sera, nella sua prima volta a 30 anni compiuti da poco, in cui non si è sentito uno scolaretto, l'eterno ragazzino che deve dimostrare qualcosa, Lorenzo Insigne ha ricambiato: un gol delizioso, una prestazione in cui non si è mai tirato indietro, dove magari non ha sempre brillato ma ha fatto in ogni istante il proprio dovere. Su e giù sulla fascia, ma spesso punta centrale per consentire gli inserimenti di Spinazzola. 80 minuti, fino al tiro a giro che finalmente azzecca l'angolino e manda ko la Turchia, la prende a ceffoni, dopo un primo tempo di prudenza eccessiva. E in cui anche Insigne si è mostrato cauto. La prima volta da titolare in una fase finale e primo gol per Insigne. Alla presenza numero 42 con l'Italia, al gol numero 9. E quando segna, cita una frase in onore di Lino Banfi, che prima del match ha mandato il suo messaggio di augurio. Un porca put... che è una delle battute più celebri dell'attore pugliese.
Un primo tempo dove né il turbo né la fantasia di Insigne si accendono. È lì, schiacciato da Celik che lo spinge sempre più al centro dove però combina poco o nulla. Resta il fatto che è sempre nel vivo del gioco, cercato spesso da Immobile e con quel tacco con cui prova di volta in volta a sorprendere l'avversario turca. Ma è tutta l'Italia che sembra devastata dall'ansia, che si lamenta per un rigore, spesso col possesso della palla ma sempre assai poco pericoloso. Si divora un gol nel primo tempo ed è una delle poche occasioni di superare l'autobus che la Turchia ha piazzato davanti alla porta. Nella ripresa l'Italia cresce e cresce anche Insigne che ha un approccio intelligente: non si accentra col pallone, apre spazi per gli inserimenti, si inserisce, si stringe e si allarga. Gioca per la squadra, Insigne. E qui si vede che questa Italia è gruppo vero. E lui lo conferma, a fine partite. «È stata una partita emozionante perché la prima in casa, la prima con i tifosi.
Il Mattino