Insigne, Koulibaly e Hysaj: i tre intoccabili del Napoli camaleonte

Insigne, Koulibaly e Hysaj: i tre intoccabili del Napoli camaleonte
I cavalli vincenti, dicono gli amanti dell’ippica, devono arrivare primi al traguardo, non devono partire per primi. Già. Ancelotti, che ha una scuderia di purosangue...

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I cavalli vincenti, dicono gli amanti dell’ippica, devono arrivare primi al traguardo, non devono partire per primi. Già. Ancelotti, che ha una scuderia di purosangue proprio niente male, è alla ricerca dei suoi fedelissimi, del suo zoccolo duro. Fino ad adesso, ha adottato una specie di strategia del camaleonte, con ben sei formazioni differenti in sei gare. Con tre sole certezze: Hysaj, Koulibaly e Insigne. Gli unici sempre titolari, gli intoccabili. Non è un ordine scritto ma Ancelotti ha già fatto giocare ben 19 calciatori della rosa.  

A parte quelli in infermeria, solo Malcuit non ha mai messo piede in campo. E magari succederà domani contro il Parma. Cambiare sempre pelle, o maschera. Non dare riferimenti. Il Napoli cambia sostanza e forma da una partita all’altra. Non è una questione di avversari: è evidente che Carletto con queste sue continue modifiche all’organico, vuole esplorare pregi e limiti della sua squadra, soppesando e assaggiando i singoli per valutarne i margini di crescita.
SEMPRE MUTEVOLE
Sei formazioni diverse in sei partite: mai una vera rivoluzione da una gara all’altra, ma sempre dai tre ai cinque cambi. Poi si diverte anche a ingannare, Ancelotti. A Belgrado, nell’ultimo allenamento di riscaldamento, per confondere le idee, decise di far indossare le pettorine dei titolari a Malcuit e Verdi. Poi decise che non era il caso di azzardare il francese. Ma anche col Parma, domani sera, ci saranno tre o quattro cambiamenti rispetto alla partita di Torino. Il modulo da un po’ di tempo è lo stesso: 4-4-2 però più difensivo per la posizione bassa di Hamsik e Rog (col Torino) o Fabian e Allan (con la Stella Rossa Belgrado). E in tutto questo, la difesa rimane quasi sempre imbattuta. Un gol preso nelle ultime 4 partite. E per di più su rigore. 
L’ASSETTO DIFENSIVO
Non è un caso che è quello che varia di meno. Infatti, ai primi sette posti dei calciatori impiegati da Ancelotti, ci sono i 4 difensori: Hysaj e Koulibaly sono quelli che hanno giocato di più senza mai essere neppure sostituiti (540 minuti in campo); al quinto posto c’è Albiol (5 presenze e 450 minuti giocati); al settimo posto c’è Mario Rui (5 presenze e 433 minuti). Insomma lo stesso quartetto difensivo che è variato col contagocce. Le squadre di calcio sono come le case, si costruiscono dalle fondamenta: e sotto questo aspetto, è evidente che Carlo sta facendo la stessa cosa. Portiere a parte: anche se al momento Ospina è in vantaggio su Karnezis per 4 (gare giocate) a 2
L’EX HIGHLANDER
C’era una volta l’uomo che non giocava sempre, con Benitez e con Sarri. Fino ad adesso Callejon ha giocato 415 minuti, andando in panchina nel nome delle rotazioni scientifiche di Carletto in una partita. Intanto, coi risultati favorevoli, cresce il gruppo. Il messaggio di Ancelotti alla truppa non ha bisogno di traduzioni: non esistono intoccabili, né panchinari irrimediabili. Fin qui hanno giocato in 19 e soltanto Fabian ha giocato soltanto una partita (sia pure da titolare in Champions). Gli altri sono almeno a quota 2 (come Luperto, Maksimovic e Verdi).
IL MINUTAGGIO

Ounas è quello che è stato utilizzato di meno: 79 minuti in tutto. E ben 64 minuti nelle due gare in serie A. Basti pensare che lo scorso anno, in tutta la stagione, in serie A ha giocato in tutto 89 minuti. Neppure una partita per intero, insomma. Tra i centrocampisti, quelli impiegati di più sono Allan con 451 minuti e Zielinski con 448 minuti. Il capitano Hamsik è a 328 minuti in campo. È evidente, insomma, che intorno ai suoi intoccabili, e vedendo anche i minuti in campo, emerge piano piano quella che è la formazione titolare che ha in mente. Lo capireremo con la Juventus e poi con il Liverpool, ma è evidente che a centrocampo siano il polacco e il brasiliano i due a cui Ancelotti difficilmente rinuncerà. Una curiosità: Milik ha giocato quasi 130 minuti in più di Mertens (393 a 261) ma a livello di gol sono uno per parte.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino