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«Il soggetto autore delle urla razziste verso il calciatore del Napoli, Kalidou Koulibaly rischia fino a 2 anni di carcere, per l'aggravante di incitamento all'odio razziale, in violazione dell'articolo 604 bis del codice penale». Domenico Messina, dirigente della Digos di Firenze ha seguito il caso che ha portato all'individuazione del soggetto autore di urla razziste (scimmia di m...) rivolte al centrale azzurro al termine della gara con la Fiorentina di una settimana. Un 30enne incensurato, non sposato, senza neanche una segnalazione alla polizia, che vive di lavori saltuari e non fa parte del tifo organizzato.
Entrerà ancora in uno stadio l'uomo individuato?
«Ha ricevuto un Daspo di 5 anni.
Il vostro lavoro ha portato ad una rapida individuazione.
«Tramite alcune riprese, abbiamo notato un gruppo in zona della curva che alzava il braccio verso il calciatore del Napoli, impegnato a rilasciare l'intervista flash del post-gara. Siamo riusciti a individuare il soggetto del gesto razzista grazie al circuito delle telecamere dello stadio Franchi. Per individuare con precisione l'individuo, abbiamo chiesto la collaborazione di DAZN, che ci ha fornito quelle che sono le sue riprese: attraverso il confronto tra le telecamere dello stadio e quelle televisive, abbiamo trovato il colpevole degli insulti a Koulibaly. È stato necessario monitorare più di cinquemila ingressi allo stadio per trovare il giusto match con il colpevole del gesto, scansionando tutti i visi che sono entrati in quel settore dello stadio».
Pensa sia un passo importante per estirpare il razzismo dagli stadi?
«Anche in futuro, bisognerà agire come avvenuto in questo caso. Le società, dal canto loro, possono applicare il regolamento di servizio dello stadio quando vi sono azioni penalmente non rilevanti con provvedimenti ad hoc».
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Il Mattino