Irma a Testa alta, nessun rimpianto: «Ancora tanta strada da fare»

Irma a Testa alta, nessun rimpianto: «Ancora tanta strada da fare»
Prima ancora di essere una pugile, Irma Testa è una donna di principio. Una di quelle che se si mette in testa una cosa, la fa. Alla vigilia della partenza per Tokyo aveva...

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Prima ancora di essere una pugile, Irma Testa è una donna di principio. Una di quelle che se si mette in testa una cosa, la fa. Alla vigilia della partenza per Tokyo aveva lasciato la sua Torre Annunziata con una promessa: mettere la medaglia al collo del suo grande maestro Lucio Zurlo. «E ce l'ha fatta», racconta il figlio di Lucio, Biagio Zurlo. «Maestro ti ho delusa? Ha chiesto a papà poco dopo la sconfitta in semifinale. E lui le ha subito risposto: Mi hai deluso talmente tanto che sto festeggiando», aggiunge sorridendo Biagio Zurlo. E da ieri l'appartamento della famiglia Zurlo a Torre Annunziata è il più riconoscibile della città. Al balcone di casa, infatti, sono appese ben due bandiere tricolore. «È l'omaggio che con mio padre abbiamo voluto fare alla nostra Irma».

Flashback. Cinque anni fa, dopo il ko alle Olimpiadi di Rio tutte queste scene sarebbero state impensabili. Perché Irma di combattere non ne voleva nemmeno più sentire parlare. L'eliminazione ai quarti di finale del torneo olimpico l'aveva mandata al tappeto ancor di più dei cazzotti presi sul ring durante il match. Una sorta di vero e proprio blocco. Come se a lei, la Butterfly di Torre Annunziata, avessero d'improvviso tagliato le ali. Poi è iniziato il cammino di preparazione, quello che ha inevitabilmente portato alla qualificazione prima e a questa storica medaglia di bronzo poi. Perché nessuna prima di lei era mai riuscita a salire sul podio di un Olimpiade nel pugilato femminile italiano. «Ammetto che all'inizio non avevo realizzato bene, perché raggiunta la semifinale pensi alla finale - ha raccontato la Testa - non ho gioito davvero tanto, ma adesso voglio realizzare di aver vinto questa medaglia che dedico a tutti quelli che mi sono stati vicini, al mio maestro che sa davvero cosa abbiamo passato. Negli ultimi anni ho cercato di non lasciare nulla al caso e penso di aver fatto quasi tutto in modo perfetto. Questa medaglia ha un grande significato, è frutto di anni di lavoro e di sacrifici».

Si è data un gran da fare e ha gettato davvero il cuore oltre l'ostacolo, tenendo una città intera incollata davanti alla tv in queste interminabili albe italiane. «È da una settimana che non dormo», spiega Lucia, sorella di Irma Testa. È lei che ha avvicinato Irma alla boxe. Lei che l'ha portata per la prima volta in palestra a tirare, lei che per prima le ha infilato i guantoni per poi lasciarla al suo cammino di gloria. «Prima della semifinale avevo un po' di ansia, ma non perché l' avversaria di mia sorella fosse più forte, semplicemente per un fatto di forza fisica. Ho visto i match di tutte le ragazze della categoria di mia sorella, e devo dire che la Petecio era la più animalesca'. I suoi colpi si sentivano tutti, caricava una forza mai vista». È vero è arrivata la sconfitta (4-1), ma quel podio (il numero 600 nella storia dei Giochi per l'Italia) e quella medaglia, valgono tutto.

A differenza degli altri atleti che devono lasciare il Villaggio entro 48 ore dall'ultima gara, Irma resterà a Tokyo fino al 4 agosto per aspettare la finale per l'oro e partecipare alla cerimonia di premiazione. Poi il rientro a Torre Annunziata dove l'aspetta una festa a sorpresa che andrà ad aggiungersi alla cerimonia già prevista per il 9 agosto, quando verrà accolta insieme al concittadino Ciro Immobile (campione europeo con la Nazionale di calcio). «A noi non interessa il colore della medaglia», aggiunge Lucia testa. «Per noi ha vinto e siamo orgogliosi del percorso fatto e della donna che è diventata».

Ecco, la donna, quella che oggi pensa al presente prima di tutto. «A Parigi mancano ancora molti anni, ora voglio godermi questa medaglia e poi ci penseremo. A Rio ero molto piccola ed ero andata sicura di prendere una medaglia, questa cosa mi ha pesato molto - rivela Testa - A Tokyo sono venuta più matura e consapevole dei miei mezzi, senza sottovalutare nessuno ma pensando alla mia Olimpiade», specifica la pugile di Torre Annunziata dopo la sconfitta nella semifinale.

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Il Mattino