I velocisti della staffetta 4x100: «No Lukaku e Messi, ora solo noi»

I velocisti della staffetta 4x100: «Né Lukaku né Messi, ora l'attenzione su di noi: abbiamo fatto qualcosa di storico»
«Un miracolo non lo puoi spiegare» dice Filippo Tortu. Eppure ci hanno provato i quattro staffettisti che hanno vinto l'oro alle Olimpiadi di Tokyo nella 4x100...

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«Un miracolo non lo puoi spiegare» dice Filippo Tortu. Eppure ci hanno provato i quattro staffettisti che hanno vinto l'oro alle Olimpiadi di Tokyo nella 4x100 maschile. Nella prima mattinata italiana, poco dopo pranzo in Giappone, a Casa Italia la conferenza stampa dei velocisti che ieri hanno portato a casa la medaglia più preziosa. «Essere l'ultimo frazionista della staffetta 4x100 è la cosa più bella e la cosa più brutta - ha raccontato Filippo Tortu, protagonista della rimonta finale sulla Gran Bretagna -. Hai addosso una tensione anche superiore a quella della gara individuale. Portare al traguardo la staffetta è stato fantastico e subito dopo Lorenzo Patta mi ha detto che avevamo vinto. L'Olimpiade per me è tutto: ho cominciato a correre per questo. Mezz'ora prima della gara mi sono detto che sarebbe stata la gara della mia vita, e che non potevo andar via così. Mi sono allenato in un parco per un


mese. È un miracolo che siamo riusciti a fare tutto questo, e un miracolo non può essere spiegato».

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Desalu: «Ora non c'è Messi o Lukaku che tenga»

Ora il compito sarà tenere alta l'attenzione sull'atletica anche dopo i Giochi e quando il calcio ripartirà: «Abbiamo fatto qualcosa di incredibile e storico, non c'è Lukaku o Messi che tengano - ha detto Fausto Desalu a proposito dell'atletica che in questi giorni ha riempito le prime pagine -. Siamo stati accolti come degli eroi al Villaggio, mi è piaciuta tanto questa cosa, tutta la delegazione era li e li ringrazio moltissimo tutti», ha aggiunto l'azzurro. Gli ha fatto eco Jacobs: «Mi auguro che da settembre i genitori portino i figli a fare atletica: è una palestra di vita che ti insegna a non mollare mai, anche quando ci sono grandi
difficoltà, come dimostra la mia esperienza».

Jacobs: «Sapevamo di poter fare qualcosa di grande»

«Nel momento in cui siamo entrati in pista, per la finale, sapevamo che avremmo potuto fare qualcosa di grande e lo abbiamo fatto». Così invece ha raccontato l'impresa Marcell Jacobs, oro anche nei 100 metri. «Non vedo l'ora di gareggiare di nuovo. Eugene è un'ottima pista e voglio dimostrare di stare davanti al mondo. Non vedo l'ora di essere in pista». Poi alla domanda del Messaggero sul momento più bello di questi giochi ha risposto: «Sarà la bandiera italiana». Il velocista infatti sarà il portabandiera alla cerimonia di chiusura. Poi Marcell racconta un retroscena sulla vittoria: «Con un sorriso il canadese De Grasse ci ha voluto dire: "Mannaggia, gli italiani un'altra volta". Tutti gli avversari - ha aggiunto il vincitore anche della medaglia d'oro nei 100 metri si sono complimentati perché abbiamo fatto qualcosa di incredibile».

 

 

 

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Il Mattino