«Sinceramente penso sarebbe stato più giusto presentarsi da dimissionario al consiglio federale e avere la fiducia con un programma piuttosto che magari dire che non...
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Anche perché, ha ricordato, «non ci sono gli estremi per un commissariamento della Figc. Poi ovviamente ci sono questioni che prescindono da questi dati tecnici, delle valutazioni da fare. Come si cambia il calcio italiano? O cambiando le persone o cambiando i programmi con delle dinamiche di gestione diverse, però ripeto: io ho 64 federazioni e ognuno ha il diritto e dovere di gestire all'interno le proprie attività».
Il capo dello sport italiano era intervenuto sul tema anche poco prima, a margine di una conferenza stampa della Federazione tennistavolo. «È sbagliato che il presidente del Coni dica se è giusto esonerare o meno un allenatore, era nell'aria e ne prendiamo atto. Tavecchio? Non dimettersi era un suo diritto, anche di questo ne prendiamo atto. Nell'interesse di Tavecchio stesso e in quello del suo movimento presentarsi da dimissionario al Consiglio federale sarebbe stata la cosa più saggia. Aspettiamo che succederà lunedì - ha detto Malagò - Ulivieri? Ha una sua opinione, ovviamente la rispettiamo. Incassiamo con il dovuto rispetto le sue considerazioni sull'eleganza, poi ognuno sa giudicare. Ancelotti? A chi è che non piace Ancelotti? Nessun italiano può avere dubbi sul suo nome. Ben venga se fosse lui il nuovo ct». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino