Le prime due gare (con Finlandia e Lichtenstein) possono essere considerati un banco di prova fino a un certo punto. È con Grecia e Bosnia che l'Italia si gioca il...
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Mancini sa di avere una squadra molto sintonizzata con il suo progetto. Una squadra in crescita. I dubbi sono di formazione sono due e hanno a che fare con Insigne e Quagliarella. Tutto gira attorno a Bernardeschi che qualora dovesse partire esterno sfilerebbe il posto da titolare a Insigne, mentre se il ct dovesse decidere di utilizzarlo da falso nove nel 4-3-3, occuperebbe la casella che attualmente toccherebbe di diritto a Quagliarella (o Belotti). «Per consegnare la lista ho tempo fino a mezzanotte», commenta Mancio con un sorriso. «Ho visto tutti gli attaccanti abbastanza bene, ho ancora qualche ora per valutare. La certezza è una: ho cinque centravanti, qualcuno dovrà andare in tribuna. Ma devo valutare anche le due gare in quattro giorni». Ma ci sono anche gli avversai. «Non so come giocherà la Grecia. Nelle ultime due partite ha usato due sistemi diversi. Viene da risultati negativi, ma negli ultimi mesi ha dimostrato di saper fare un buon gioco e provare a fare calcio».
Da quando c'è lui in panchina, l'Italia ha iniziato a vincere e a convincere. «Noi siamo l'Italia, noi dobbiamo fare la nostra partita, non possiamo entrare in campo per pareggiare o con la paura di perdere: è la mentalità sulla quale stiamo lavorando. A livello ambientale non sarà una partita facile per una squadra giovane come la nostra, ma giocare davanti a uno stadio pieno è sempre bello. E poi sono tutti giocatori abbastanza esperti, anche se non tutti abituati a giocare certe partite in Europa. Però hanno dimostrato personalità, di saper giocare senza paura. Sono tranquillo perché sappiamo cosa dobbiamo fare: serve la stessa mentalità di sempre, giochiamo da diverse partite nello stesso modo e abbastanza bene. Ecco, questa partita può dimostrare che la nostra crescita sta continuando. Magari ci saranno momenti di difficoltà, com'era successo nel primo tempo con la Finlandia che non era stato brillante: dovremo essere bravi a restare compatti, perché in certi casi bisogna anche saper difendere».
Accanto al ct sorride Giorgio Chiellini, capitano oltre che leader di una difesa che non prende gol da cinque partite e da un totale di 478' (7 settembre, contro l'Ucraina). «Il segreto? Se la palla ce l'abbiamo noi, non ce l'hanno gli altri: così è più facile non prendere gol. E poi è vero che puntiamo su un gioco propositivo, ma sempre con grande equilibrio. E con qualche accorgimento adottato in corsa, e l'aiuto di tutti anche in fase difensiva. Ora il difficile è continuare: dobbiamo affrontare due partite dure, e serviranno passi in avanti. Qui in Grecia ci aspetta una situazione ambientale e tecnica difficile: ci ho giocato qualche volta, ho sempre fatto fatica. Ma sappiamo che è una gara decisiva per la qualificazione, e in quanto tale dovremo affrontarla» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino