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dal nostro inviato
Si chiama dramma. Dramma sportivo. L’Italia torna nell’incubo vissuto a novembre del 2017, quando la Svezia spazzò via la Nazionale di Ventura dal Mondiale in Russia. Questa fa più male, perché la Nazionale di Mancini la scorsa estate era riuscita a stupire tutti, trionfando all’Europeo, battendo l’Inghilterra a Wembley in finale.
Il prossimo Mondiale, l’Italia, se va bene, lo rivedrà dodici anni dopo quell’infausto pomeriggio di Natal, luglio del 2014, in Brasile: l’Italia di Prandelli eliminata agli ottavi, via il ct e via il presidente federale Abete. Il calcio italiano, già in crisi, subisce una botta economica e tecnica da cui sarà difficile riprendersi a breve. Cala l’appeal della Nazionale, calano gli sponsor e i tesserati, numeri con i quali la Figc dovrà presto fare i conti. Mancini ha avviato un percorso virtuoso e ora nemmeno lui sa se varrà la pena di continuare o meno. Gravina, il presidente federale, ha già detto che non si dimetterà. Di sicuro la Nazionale andrà incontro a una rivoluzione, via i senatori, utili per l’ultima vittoria e che sono arrivati scarichi a questo appuntamento. L’Italia si è persa per strada. E non lo abbiamo capito certo qui a Palermo.
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