Quella data cerchiata in rosso è arrivata. Finalmente. Domenica 22, il giorno di Juve-Napoli e della sfida scudetto. Stavolta senza le esagerazioni giornalistiche per le...
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Quattro punti di distacco a cinque giornate dalla fine rappresentano un margine colmabile, ma è evidente la difficoltà di un match che il Napoli ha puntualmente perso dal 2011, l’anno in cui è stato inaugurato lo Juventus Stadium.
Un destino che può essere ribaltato a patto che gli azzurri ritrovino la brillantezza e l’efficacia del gioco viste in questa stagione: una leadership prima e un’insidia poi, quella che neanche il super organico di Allegri è riuscito ad annullare. La rimonta sull’Udinese è un incoraggiante segnale ed è quello spirito aggressivo che il Napoli dovrà avere in uno stadio che condiziona, almeno nelle partite di campionato, gli avversari e forse anche gli arbitri. Mercoledì ha ritrovato il gol Insigne, si è ripetuto Milik, hanno segnato i difensori Albiol e Tonelli: la conferma delle risorse che Sarri può sfruttare nell’appuntamento più atteso da sempre dalla tifoseria. Maurizio aveva 27 anni e si divideva tra i campi sterrati della Toscana e il lavoro in banca quando il Napoli di Maradona, la sua squadra del cuore, vinse a Torino e quel 3-1 fece sentire più vicino il primo scudetto. Tocca a lui stavolta. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino