Orsù, proprio Orsato. Era nell'aria fino da lunedì, ma la decisione di Nicola Rizzoli di designare il tecnico della sezione di Schio per Juventus-Napoli lascia...
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Né Inter, né Juve né Napoli. Già, per sette mesi è passato da Bayern Monaco-Benfica a Frosinone-Empoli, da Atletico Madrid-Borussia Dortmund a Chievo-Bologna. Ufficialmente, senza motivo. Ufficiosamente perché la sua direzione di gara a Milano fu un disastro. Che decise le sorti del campionato. E spinse Maurizio Sarri a dire: «Abbiamo perso lo scudetto in albergo guardando la tv». Sarri lo ha già incrociato: finale di Europa League, a Baku, dove l'arbitro veneto era il quarto uomo.
Come minimo graziò Pjanic, che doveva essere espulso per una seconda ammonizione ma decise di risparmiargliela: la Juve che stava perdendo alla fine vinse, anche perché Handanovic ne combinò di tutti i colori. Il Napoli perse il giorno dopo a Firenze e alzò bandiera bianca nella ricorsa per lo scudetto. Nell'imbarazzante silenzio di Nicchi e Rizzoli, Orsato non venne mai realmente fermato. Almeno a parole. Nessuna ramanzina, nessun richiamo, neppure un «ah però». Nulla di nulla. De Laurentiis non la prese bene, ovviamente: e ha a lungo pure pensato a una causa milionaria nei confronti degli arbitri per i pasticci di San Siro. Non fece più nulla ma la ferita bruciò a lungo. «Ma non fatemi pensare a male», disse con ghigno furbo il patron azzurro. Il punto è che quell'Inter-Juve è stato il crocevia della carriera di Orsato. Che fino a quel momento era considerato davvero un fischietto di punta e poi caduto quasi nell'oblio. Ed è per questo che, sia pure attesa, sorprende la scelta di Rizzoli. Non a caso è tornato a dirigere una big «solo» alla 14esima giornata dello scorso campionato: Fiorentina-Juve. Essendo tra i migliori di tutti - perché è davvero è stato al top per anni - ha sorpreso il fatto che sia stato relegato nei campi di periferia del nostro calcio per così tanto tempo nella passata stagione. Ora, d'un tratto, la riabilitazione: proprio in un Juve-Napoli, seconda giornata, non proprio una partita decisiva perché in palio dopo 180 minuti non c'è proprio nulla. Al Var va Irrati, che è senza dubbio il migliore di tutti davanti al monitor: è ai vertici del progetto Var anche nella Uefa e fa da supporto a Liga e Bundesliga.
Per Orsato è una prova di fuoco, anche se già nel girone di ritorno dello scorso anno è partita la sua parziale «riabilitazione» che lo ha portato a tornare a dirigere il Napoli (ad aprile, con l'Atalanta: finì 2-1 per la squadra di Gasperini), mai più l'Inter e pochi match di un certo rilievo per la classifica (compreso il derby di Torino a tre giornate dalla fine e il delicato Fiorentina-Genoa all'ultima giornata, spareggio per non retrocedere) e una semifinale di Coppa Italia. Insomma, davvero poca roba. Pronti via, quest'anno parte a razzo nel tentativo di recuperare l'arbitro che Rizzoli ha gettato in un angolo l'anno scorso, designandolo per gare di poco conto. E mai veri e proprio scontri tra big. Il Napoli non reagisce: come sua consuetudine non commenta la scelta. L'unica preoccupazione degli azzurri è il clima anti-Mertens, accusato da più parti di essere un simulatore.
Quello di domani sarà l'ottavo Juventus-Napoli per Daniele Orsato. L'ultimo in cui è stato in campo era il duello dell'1 dicembre 2017 (1-0 per la Juve al San Paolo). Per trovare la sua prima direzione tra azzurri e bianconeri bisogna risalire al 3-0 dell'1 aprile del 2012. Un veterano della sfida, insomma: ha diretto pure la sfida allo Stadium decisa da Zaza all'88'.
Il plotone di esecuzione contro Valeri e Massa per gli errori di Firenze non dà scampo: come previsto arriva lo stop per i due arbitri. Almeno per una giornata. Probabile che al ritorno del campionato vengano spediti a dirigere partite di secondo piano. Di certo, i nervi erano saltati anche in maniera plateale a Rizzoli e Nicchi. Quindi, nessuna sorpresa se non è scattata l'amnistia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino