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Chi insulta un calciatore sarà espulso non solo dal suo stadio ma da tutti gli stadi d'Italia. Il presidente della Lega Serie A, Paolo Dal Pino, e l'amministratore delegato, Luigi De Siervo, hanno deciso di attuare la linea dura dopo il terzo caso di razzismo avvenuto nelle prime giornate di campionato, quello di Koulibaly, a cui domenica scorsa a Firenze hanno urlato scimmia di m... dopo la vittoria del Napoli contro i viola. Vi erano stati altri due episodi in settembre: a Bergamo, dopo Atalanta-Fiorentina, avevano urlato zingaro di m... all'attaccante serbo Vlahovic, scoppiato in lacrime; una settimana dopo a Torino, un tifoso della Juve - un sindacalista veneto identificato grazie alle telecamere della videosorveglianza ed espulso dal club bianconero - aveva insultato Maignan, il portiere del Milan, che aveva poi denunciato l'episodio sui social, così come ha fatto il campione del Napoli.
La Lega Serie A ha avviato all'inizio della scorsa stagione la campagna Keep Racism Out (Tieni fuori il razzismo) con l'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del governo.
L'attuale autoesclusione in Italia è decisa dal club dopo l'individuazione del tifoso razzista. È un provvedimento preso in autonomia, come previsto nel codice di condotta, con una sospensione per comportamenti scorretti che può andare da una giornata a tre stagioni. Dunque, non il Daspo emesso dal questore. L'interdizione che la Lega Serie A propone ai 20 club per combattere il razzismo, riemerso dopo la riapertura degli stadi, è simile a quella misura, firmata però da un dirigente calcistico e non da un funzionario di pubblica sicurezza.
La Lega Serie A intensificherà la campagna Keep Racism Out concordata con Triantafillos Loukarelis, direttore generale dell'Unar, poi toccherà al giudice sportivo adottare i provvedimenti in base ai referti dell'arbitro e alle relazioni della Procura federale: Gerardo Mastrandrea, che decide sulle gare del massimo campionato, attende gli atti dell'ufficio diretto da Giuseppe Chiné per decidere le sanzioni a carico della Fiorentina. Il Codice di giustizia sportiva è stato modificato all'inizio del 2019 dopo un caso che aveva riguardato proprio Koulibaly, insultato al Meazza durante Inter-Napoli il 26 dicembre 2018: ridotti da tre a due i passaggi per la sospensione della partita in caso di cori di discriminazione razziale. Ma in questo campionato i casi di Vlahovic a Bergamo e Koulibaly a Firenze si sono verificati a fine gara.
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