Koulibaly dalla Procura Figc: «Scimmia? Vieni a dirmelo in faccia»

Koulibaly dalla Procura Figc: «Scimmia? Vieni a dirmelo in faccia»
L'ennesima pagina da dimenticare. L'ennesima pagina che con il calcio non c'entra assolutamente nulla. L'ennesima pagina di razzismo ai danni dei giocatori del...

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L'ennesima pagina da dimenticare. L'ennesima pagina che con il calcio non c'entra assolutamente nulla. L'ennesima pagina di razzismo ai danni dei giocatori del Napoli. Succede tutto nel finale della partita di Firenze. Il teatro della incresciosa vicenda è lo stadio Franchi, protagonisti Kalidou Koulibaly, Victor Osimhen, Zambo Anguissa e i tifosi della Fiorentina presenti in tribuna. 

I tre azzurri, infatti, stavano uscendo dal campo dopo l'ultimo saluto ai tifosi del Napoli presenti in tribuna e le interviste post partita, quando sono stati assaliti verbalmente dai «tifosi» (doverosamente tra virgolette, perché i tifosi sono altri) della Fiorentina che hanno iniziato a insultarli con i classici cori razzisti. Tanti «buu» sono piovuti a raffica e le reazioni da parte dei tre azzurri sono state diverse. Osimhen e Anguissa hanno risposto con un sorriso, come a dire «continuate pure», poi dritti negli spogliatoi per festeggiare la vittoria con il resto della squadra. Tutti, tranne Koulibaly che in questi episodi di razzismo non ci vede più e giustamente ci tiene a mettere i puntini sulle i. Ha sentito anche una parolina fuori posto, «Scimmia», che ha fatto da corollario tutt'altro che piacevole ai «buu» che avevano accompagnato l'uscita dal campo sua e dei suoi compagni. A quel punto, allora, si è fermato, si è rivolto verso i tifosi e li ha arringati: «Hai detto scimmia a me? Dimmelo in faccia», ha replicato a distanza a brutto muso. Non una sfida, certo, ma il modo per far valere le sue ragioni, senza nascondersi e mettendoci la faccia. Come sempre. Alla sua maniera. Solo dopo è stato ascoltato a lungo dalla Procura Federale per raccontare l'accaduto. Kalidou ha ripetuto perfettamente l'accaduto, ha ribadito ai delegati della Procura Federale di essere stato chiamato «scimmia» dai tifosi e dei cori che sono piovuti all'uscita dal campo. Gli 007 non avevano visto la scena e Kalidou negli spogliatoi era arrabbiato. «Basta, non se ne può più di queste cose», si ripeteva. In serata, poi, l'appello di Sandro Ruotolo e Maurizio De Giovanni. «Senza aspettare la miserevole multa per discriminazione territoriale, presidente Commisso chiuda la curva oscena per tre giornate. Sindaco Nardella, la sua Firenze è una città democratica, antifascista, culla della cultura italiana: prenda le distanze dalle urla razziste dei suoi concittadini». Ma le reazioni non sono tardate ad arrivare: al termine della partita, Joe Barone si è scusato personalmente con Koulibaly; lo stesso ha fatto con il vice presidente del Napoli Edo De Laurentiis. Poi ha inviato un messaggio di scuse al presidente De Laurentiis raccontando che la Fiorentina è già alla ricerca dei responsabili dell'accaduto ed è intenzionata a non farli più entrare allo stadio. Poi è arrivato anche il tweet di Osimhen. «Genitori parlate con i vostri figli, fategli capire quanto sia disgustoso odiare un individuo per il colore della sua pelle». 

Quando si tratta di Koulibaly, però, purtroppo gli episodi di razzismo non si contano più. Il 3 febbraio 2016 l'arbitro Irrati decise di interrompere per alcuni minuti Lazio-Napoli all'Olimpico perché dalla Curva Nord partivano «buu» razzisti verso il centrale senegalese. Poi il caso più eclatante, quello del 26 dicembre 2018: nei minuti finali di Inter-Napoli al Meazza, l'arbitro Mazzoleni espulse Koulibaly che lo aveva ironicamente applaudito, non valutando lo stress del giocatore che aveva subito cori razzisti per tutta la partita. Un episodio che ha lasciato il segno nella tifoseria azzurra che in occasione della gara successiva, quella casalinga contro il Bologna, ha lanciato l'iniziativa «Siamo tutti Koulibaly». Prima dell'inizio della gara, infatti, furono distribuite ai tifosi migliaia di maschere raffiguranti il volto del difensore senegalese, come nel febbraio 2016 col Carpi. «Chi insulta per il colore della pelle si deve vergognare», aveva dichiarato Koulibaly in passato. «Quando sono stato insultato contro la Lazio ero molto destabilizzato. Spero di non viverlo mai più, perché è veramente una cosa brutta. La gente pensa che i buu sono solo per deconcentrare un giocatore, ma io non la vedo così». 

Ma prima del dibattito con i tifosi della Fiorentina, Kalidou aveva fatto sentire la sua voce sulla prestazione e sulla settima vittoria consecutiva in campionato del Napoli. «Peccato per il gol subito. Anche se ne abbiamo presi solo 3 a me piace quando finiamo a zero. Abbiamo fatto un bel secondo tempo e grazie ad Amir abbiamo fatto gol». Koulibaly sempre più leader di questa squadra, anche dopo la partita ha caricato tutti gli azzurri. «Spalletti e il suo staff ci aiutano moltissimo, ci danno da fiducia. Ma dobbiamo continuare a lavorare». 

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Il Mattino