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Un colpo di testa da tre punti. Come tiro dall'arco, specialità della casa di Steph Curry. E d'altra parte Khvicha Kvaratskhelia è un grandissimo fan della stella americana della Nba. Il georgiano si è presentato al pubblico napoletano con un gol all'esordio nella gara contro il Verona, un gol utile a rimettere subito in corsa gli azzurri dopo la rete del momentaneo vantaggio dei padroni di casa. Certo, il colpo di testa non è il cavallo di battaglia di Kvaratskhelia che invece farebbe di sprint e dribbling le sue qualità migliori. Eppure anche un colpo di testa può andar bene per regalare una gioia a tutti. Altro che sonnellino, come quello mimato nell'esultanza dopo il gol in omaggio a quella già sdoganata da Curry con la casacca dei Golden State Warriors. I tifosi del Napoli hanno ricevuto una vera e propria scarica di adrenalina al momento dell'ingresso nella palla in rete. Sì, perché il colpo di Kvaratskhelia era quello più atteso.
Il georgiano arrivato in estate si è presentato con il non facilissimo compito di dover ereditare il ruolo e i compiti di Lorenzo Insigne. Si è piazzato sulla fascia sinistra e minuto dopo minuto ha iniziato a macinare giocate, spunti e colpi di qualità. I primi bagliori delle sue potenzialità si erano intravisti nel doppio ritiro estivo: prima Dimaro, poi Castel di Sangro, ma si sa che le amichevoli estive lasciano il tempo che trovano. È il campionato a fare la differenza. È lì che il pallone inizia a farsi caldo e pesante e ogni singola giocata può davvero diventare decisiva. Eppure a Verona - in uno degli stadi meno ospitali di tutti per il Napoli e i napoletani - Kvaratskhelia non ha avuto paura. È partito da sinistra, dove Spalletti gli ha chiesto di muoversi senza sosta, per poi accentrarsi e andare a creare scompiglio anche in mezzo al campo.
Ecco, il rapporto con Spalletti è stato fin qui decisivo. «Ha sentito troppo la partita, era teso, può fare molto meglio.
Ma non è solo l'allenatore ad aver capito subito di pasta sia fatto il ragazzo. I compagni già si fidano ciecamente di lui, lo cercano e alla prima occasione utile gli danno la palla. Insomma, Kvaratskhelia è il porto sicuro nel quale andarsi a rifugiarsi quando c'è da far male agli avversari. Anche per i tifosi è già idolo: c'è chi lo chiama Karadona, soprannome che al georgiano fa sorridere, ma sotto sotto piace. Il rapporto con la città è ancora tutto da scoprire. Ha detto di voler vivere nei pressi del centro sportivo di Castel Volturno per potersi concentrare al meglio sul lavoro. Lavoro appunto: il feeling con Osimhen è in continua crescita. I due ragazzini terribili del Napoli si cercano, ma soprattutto si trovano e sognano già il primo gol insieme: uno su assist dell'altro, proprio come sogna Spalletti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino