I tre minuti del Ferraris sono sembrati un’eternità. Dal momento in cui l’arbitro Gavillucci ha sospeso la partita tra Sampdoria e Napoli a quando il gioco...
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Deciso il presidente del Coni, e commissario straordinario della Lega serie A, Giovanni Malagò: «Sono sempre stato molto duro nei confronti delle tifoserie che hanno fatto cose da farci vergognare. Non c’è una classifica di gravità, è proprio tutto sbagliato. Ho apprezzato molto l’intervento di Ferrero denunciando subito con massima fermezza». Per l’ex rettore della Federico II Guido Trombetti «i cori sono l’espressione di minoranze becere. Mi chiedo se la sospensione delle partite sia la misura giusta. Consegniamo a una minoranza di delinquenti un’arma di ricatto nei confronti della società. Ovvero: “se non mi dai quello che voglio ti faccio perdere la partita a tavolino perché faccio i cori”. Abbiamo a disposizione la tecnologia con la quale le istituzioni hanno la possibilità di individuare quali sono i singoli responsabili degli atti più sgradevoli e gli si dà il Daspo e un eventuale procedimento penale. Servono punizioni esemplari. A mio avviso è l’aspetto di una degenerazione dei costumi. Quello che succede oggi è allarmante dal punto di vista culturale».
Tanta rabbia e anche un’accusa da parte del magistrato Tullio Morello. «Sono cose che ci fanno soffrire, perché quando sei in trasferta e senti 30mila persone che insultano te e la tua città è difficile non reagire. Ferisce anche il commento di tante persone qualificate che definiscono queste cose come sfottò, quando gli sfottò sono ben altri. E mi fa sorridere che l’interruzione della gara sia arrivata solo domenica perché si trattava di una partita che contava zero: a Firenze erano state più gravi e più brutte e nessun ha fatto niente. Ho paura che a lungo andare ci allontaneranno da questo giocattolo».
Anche l’avvocato Carlo Claps, presidente del comitato italiano a difesa dei tifosi, si è schierato in maniera decisa. «Trovo inaccettabile il fatto che la Federcalcio e tutte le istituzioni calcistiche si limitino a una tiratina di orecchie, al massimo una multa, e se qualche volta come anche nei casi di razzismo, ci scappa la squalifica, subito dopo ecco che interviene la condizionale a cancellare ogni forma di sanzione». Un «delirante modo di concepire l’appartenenza alla squadra»: così il questore di Napoli, Antonio De Iesu, definisce i cori contro il Napoli e la città. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino