«Ha classe da vendere, un grosso temperamento e una capacità incredibile di auto-caricarsi». Così Fritz Dennerlein (Il Mattino 1 agosto 1977)...
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«L’uomo chiave perché la zona possa costituire un baluardo insormontabile è il solito Scotti Galletta, che a Genova ha disputato una partita perfetta, offrendo un’eccezionale interpretazione del ruolo di un moderno portiere di pallanuoto, strepitosa tanto da lasciare a bocca aperta il pubblico ligure». (Il Mattino 1 giugno 1979).
A comunicare la triste notizia della dipartita di Mario Scotti Galletta è sua moglie Barbara Damiani, scrivendo su Facebook: «I tuoi figli seguiranno il tuo esempio, mentre dall’alto gli indicherai la retta via». A piangere il 70enne campione, insignito del Collare d'oro al merito sportivo, è l’intero mondo della pallanuoto.
Palmares nutrito. Quattro volte campione d’Italia con il club del Molosiglio negli anni dispari (1973, 1975, 1977, 1979), la Coppa dei Campioni vinta a Palermo il 18 dicembre 1977, il bronzo iridato a Calì, in Colombia, nel ’75 e l’oro con il Settebello al Mondiale di Berlino nel ’78. Conquistò i Giochi del Mediterraneo ad Algeri nel '74 e l’argento nella rassegna di Spalato nel 1980. Contribuì alla storica promozione in serie A2 della Rari Nantes Salerno (stagione 1986-87). Assistent coach del Setterosa di Pierluigi Formiconi dal 1993 al 1997.
Ricevuto allo stadio San Paolo dal capitano del Napoli, Antonio Juliano, e dal tecnico Luis Vinicio per il tricolore del’75.
Celebre la scena del rigore, parato a Nanni Moretti regista-giocatore, nel ruolo di Michele Apicella, funzionario del PCI. Palombella Rossa (1989), piscina di Acireale.
Al compianto Mario Scotti Galletta si deve anche lo sviluppo della pallanuoto femminile in Italia, fondatore del team Fuorigrotta: tra le giocatrici sua moglie Barbara.
Sempre presente in tribuna alla Scandone, osservatore taciturno e attento.
A tenere vivo il ricordo del papà-portiere e a raccogliere la sua eredità umana e sportiva ci penseranno i figli Andrea, ex del Posillipo e attuale capitano della Rari Nantes Salerno, e Riccardo. Così come il nipotino Mario.
«Grazie Baffo, per quello che sei e per quello che sei stato».
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Il Mattino