Da ieri la serie A è tornata a fare sul serio. Il via agli allenamenti collettivi, come da protocollo vidimato dal Comitato tecnico scientifico del governo, consente agli...
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Sul tavolo il loro status di lavoratori dipendenti, con conseguenti responsabilità da assegnare in caso di positività. L’Inail la considera “incidente sul lavoro”, ma ha chiarito che i medici sociali sarebbero penalmente responsabili solo per colpa grave o dolo. Poi ci sono i contratti che scadono il 30 giugno, nonostante la Figc abbia allungato la stagione fino al 20 agosto: manca un atto formale per estenderne la validità. «Allungare i contratti diventa un problema - ha detto il presidente dell’Aic Tommasi -, soprattutto se un giocatore ha già firmato per un altro club e se quelle squadre devono affrontarsi». Da ultimo, ma non ultimo, il fattore climatico. Sono tre le fasce orarie individuate per disputare le partite: 16,30; 18,45 e 21. «Giocare alle 16,30 è difficile in estate - spiega Enrico Castellacci, presidente dei medici sportivi italiani ed ex medico sociale della Nazionale -. Mi ricordo il mondiale in Brasile, giocammo con un tasso di umidità del 90% all’una del pomeriggio. Sono climi difficili da sopportare. «D’ora in poi - aggiunge Castellacci - il binomio preparatore-medico, sarà fondamentale per le squadre, per i recuperi e per ridare tono agli atleti». Più duro Daniele Gastaldello, capitano del Brescia: «Finire questo campionato è una forzatura, si va incontro a dei rischi: giocare alle 16,30 d’estate è scandaloso. Non siamo macchine, siamo esseri umani. I nostri stipendi? Ci sono giocatori che guadagnano al minimo federale e hanno famiglia. Non sono tutti uguali a Cristiano Ronaldo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino