Duecento milioni. La clausola rescissoria di Koulibaly pare reciti proprio così. Un modo per sventare ogni possibilità di fuga, ammesso che il senegalese ne abbia...
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«Il Napoli è diventato la mia famiglia, sono molto legato alla città e alla gente», racconta Kalidou dal ritiro con la sua nazionale. «Sono arrivato giovanissimo in azzurro e sono cresciuto lì e spero di crescere ancora. Sono contentissimo del rinnovo perché qui mi trovo davvero a mio agio. Sento la fiducia da parte del club e dei tifosi che riescono a farmi sentire tutto il loro affetto: il calore che sanno darti è unico». Napoli e il Senegal sono i due pezzi della sua vita. Due scelte di vita. Perché per restare a Napoli ha resistito a tante tentazioni. E anche la maglia della nazionale senegalese è una scelta, perché a un certo punto Didier Deschamps era pronto alla chiamata per la Francia, dove è nato e cresciuto ed è la sua seconda Patria. Ma Kalidou ha detto di no, ha preferito le sue origini, ha voluto rendere onore alla terra dei suoi genitori. Chissà, se quando ha visto i transalpini trionfare a Mosca nel Mondiale se ha ripensato a quella scelta, a quella sua voglia di Africa.
Decibel Bellini è uno di quelli che più gli sta vicino. Il mondo napoletano di Kalidou è uno dei motivi per cui ha respinto senza particolare pentimenti le offerte della Premier e anche della Bundesliga. Era arrivato qui quasi per caso, scelto da Benitez dal campionato belga. Alla prima chiamata di Rafa ha risposto staccando perché pensava a uno scherzo. Poi ha capito che non lo era. La sua lotta contro il razzismo lo ha portato a prese di posizioni dure durante le partite. I tifosi lo adorano, come dimostrarono quella volta in cui si presentarono con le mascherini con la sua faccia per solidarietà dopo gli ululuti della curva laziale.
Non sono stati semplicissimi i primi passi con Ancelotti: fa coppia fissa al centro della linea a 4 come sempre con Albiol, ma in queste prime tre apparizioni ufficiali ha avuto qualche patema di troppo. Sei gol incassati sono tanti e pesano molto anche le incertezze dei due centrali. Per entrare in condizioni, nell'anno del dopo Mondiale, ci vuole sempre un po' di tempo in più. Ancelotti ha sempre sottolineato le qualità del lavoro difensivo svolto da Sarri negli ultimi tre anni. Ma è in generale l'atteggiamento difensivo della squadra che va migliorato.
Difficile, quasi impossibile, fare a meno di lui. Lo scorso anno, Sarri lo ha fatto solo con Sassuolo e Lipsia volontariamente. Poi ha saltato partite solo per squalifica: a Firenze, contro la Fiorentina prossima avversaria, rimediò un cartellino rosso dopo appena 6 minuti. Fu l'inizio della fine per il Napoli. Ha firmato il rinnovo fino al 2023: a scadenza avrà 32 anni. Il suo colpo di testa allo Juventus Stadium potrebbe tranquillamente essere la copertina dell'album delle figurine, esattamente come la rovesciata di Carlo Parola. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino