Lorenzino sembrava una zeppola

Lorenzino sembrava una zeppola
 Essere tifosi del Napoli presenta degli indubbi vantaggi: potersi fregiare dello status calcistico e sentimentale di figli/fratelli di Diego Armando Maradona; poter tifare...

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 Essere tifosi del Napoli presenta degli indubbi vantaggi: potersi fregiare dello status calcistico e sentimentale di figli/fratelli di Diego Armando Maradona; poter tifare per l'unica squadra che rappresenta un'intera città e non solo una parte di essa; assicurarsi ogni settimana la giusta dose di rischio e adrenalina senza dover per forza giocare in borsa o praticare sport estremi come il bungee jumping e le corna al partner. Allo stesso tempo, però, sostenere i colori azzurri comporta ogni volta per i napoletani dei problemi di non poco conto.


Come quelli di ieri sera: dover affrontare la trasferta di Palermo dopo aver visto un loro ex beniamino baciare una maglia a strisce bianche e nere; dover provvedere con mezzi propri al non più differibile trapianto di fegato; dover constatare, non senza una certa amarezza, che dopo aver sfidato il terrorismo internazionale pur di portare Maksimovic a Napoli prima della fine del calciomercato e più in generale del mondo, a destra in difesa ci gioca Maggio.

Vabbuò, ma i tifosi azzurri sono genti temprate, hanno visto Inler vincere lo scudetto in Inghilterra, Insigne scendere in campo travestito da zeppola di San Giuseppe, figuriamoci se si fanno abbattere da un primo tempo in cui Reina ha ingannato l'attesa dell'intervallo guardando il filmino delle vacanze con la mugliera e le azioni del Napoli sembravano un spot contro il Fertility Day, con maschi che sudavano a vanvera senza costrutto, tirando e provando senza mai centrare produttivamente il bersaglio.


E infatti, da primo tifoso oltre che da capitano, ci ha pensato Marek Hamsik all'inizio del secondo tempo a sbrogliare il fattapposta. Con un gol che non solo ha consentito al Napoli di esprimere il proprio gioco ma anche allo slovacco più napoletano del mondo di raggiungere e superare, da essere mortale quale è, Diego Armando Maradona senza per questo creare problemi di blasfemia o dispute di natura teologica. Ed è sempre grazie a questo gol che pure Callejon ha pigliato coraggio: prima ha infilzato la difesa rosanero educatamente, con un inchino di testa in controbalzo, e poi ha raddoppiato senza pietà, facendo fessi difesa e portiere avversari e trasformando, almeno per una notte, il regno delle due Sicilie in repubblica, stavolta sì serenissima, di Napoli.
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Il Mattino