Dopo 25 anni un tennista napoletano entra nel tabellone principale del Roland Garros di Parigi, il torneo più importante del mondo insieme a Wimbledon. Si tratta di Lorenzo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Lorenzo si è allenato spesso a Napoli in questo periodo di post lockdown, in particolare all’Accademia Tennis Napoli con Aldo Russo e l’head coach Remigio Burzio. Poi è giunto nei quarti ai Tricolori assoluti, iniziando finalmente a migliorare, dopo la fine nel 2019 che lo aveva visto bloccato da un fastidioso infortunio a un braccio, subito al challenger di Manerbio. E’ vicino ai top 150, ma è stato anche nei top 130 nel 2019. Meglio di lui, nel tennis napoletano, a livello di ranking Atp hanno fatto solo Diego Nargiso (n.67 del mondo) e Massimo Cierro (n.113 del mondo). Al Roland Garros, invece, prima dell’era Open altri tennisti napoletani erano stati protagonisti in tabellone. Il primo assoluto fu Carlo d’Avalos negli anni 20 (che le statistiche vogliono primo italiano di sempre in gara agli Open di Parigi dove superò un turno nel 1927), poi negli anni 60 Gaetano Di Maso, con 5 partecipazioni e due volte al 2° turno (ma anche due volte in semifinale al Roland Garros junior) e Pietro Marzano al terzo turno nel 1969 (e in tabellone anche nel 1970). Per la Campania in tabellone al Roland Garros anche l’ebolitano Visconti, 2° turno nel 1993 oltre naturalmente a Potito Starace (9 partecipazioni e due terzi turni).
L’attuale coach di Lorenzo Giustino è Gianluca Carbone, ma in passato era stato proprio quel Nargiso che domani raggiungerà nei record del tennis napoletano.
«Devo ringraziare Gianluca perché c'è parecchio di suo nella mia crescita. Si poteva pensare che io avessi già superato l'età nella quale è possibile sperare di fare progressi importanti, invece stiamo dimostrando che non c'è limite se ci si crede davvero». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino