«La scuola di Mascalzone Latino è un futuro per questi ragazzi, hanno una mente rapidissima, sono intelligenti, se li avvicini a uno sport, se li porti sul mare, dai...
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L'armatore, però, attacca i suoi colleghi che in nome del profitto tolgono preziosi posti di lavoro proprio ai marittimi italiani, precludendo un futuro anche a questi ragazzi. «Gli armatori hanno la quasi totale defiscalizzazione per una vecchia legge, totalità di sgravi per Inps e Irpef per il personale. Un tempo a tanta generosità da parte dello Stato corrispondeva l’occupazione dei marittimi italiani. Ora, invece, nel corso degli anni, gli armatori con leggine varie e accordi sindacali hanno eluso questa legge e noi ci troviamo oggi con i marittimi italiani a casa a fare la fame e sulle navi i marittimi stranieri a fare la fame perché vengono pagati con stipendi ridicoli. Voglio cambiare questa situazione. Ci sono navi italiane che non hanno un italiano imbarcato. Parliamo di signori ricchi e grassi, che stanno sui ponti dei loro yacht. Io vorrei che si chinassero e capissero che il nostro lavoro è fatto per offrire lavoro agli altri. La scuola di Mascalzone Latino è un futuro per questi ragazzi, ma chi non diventa un campione che cosa farà? Non troverà lavoro sulle navi? Pensiamo a un bambino a cui tu, prima, apri una speranza e, poi, gliela neghi. È peggio di prima, e si incavola più di prima. O no?». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino