C’è chi giura di aver scorto qualcosa di inedito, in questi giorni, nelle pupille di Kat Kkerkhofs. «Perché tutti questi insulti sul mio profilo...
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Tutti col fiato sospeso perché Mertens, d’altronde, non è proprio uno qualsiasi, ma il capocannoniere del Napoli. Lei, la giornalista belga con la passione per la tv, da un po’ di giorni ha rimesso piede a Napoli anche se già la prossima settimana dovrebbe ripartire. «Ma mica decido io dove deve giocare», ripete quasi stordita a chi gli chiede del perché di queste paturnie nei confronti di Napoli e del Napoli.
Ovvio, difficile che possa rispondere diversamente. Ma è chiaro che la sua risposta interessa i tifosi napoletani, eccome, visto che le faccende di gossip in casa Mertens hanno ufficialmente fatto la loro apparizione nel discorso per il rinnovo del calciatore belga. Tant’è che anche i due avvocati di Bruxelles, Francis Stijn e Laurence Melotte, che si occupano degli interessi del calciatore, nel corso dei due colloqui avuti prima con il ds Giuntoli a Castel Volturno e poi con il patron De Laurentiis nel ventre del San Paolo, hanno messo sul tavolo il jolly dell’imprevedibilità legato all’eventuale veto di lady Mertens alla permanenza qui.
Insomma, le questioni di cuore come tattica migliore per arrivare a Mertens, uno che vorrebbe essere qualsiasi cosa tranne che un eroe del gossip. Il gruppetto di fedelissimi che attornia la coppia belga, fa capire che Kat non ha alcune preclusione nei confronti del Napoli e che solo il marito, solo lui, deve decidere se restare a Napoli o andare via o fare la scelta migliore per la sua carriera. Insomma, una specie di via libera, se così si può dire, dopo quello che per molto tempo è apparso con un autentico altolà. Magari, prima o poi, i due decideranno anche di mettere sui loro profili social una bella foto teneramente abbracciati o magari Dries quando farà un altro gol tornerà a fare il gesto del cuoricino. Magari per spegnere quelle insopportabili voci che li danno persino lontano tra di loro. Ma se non lo fanno, chi se ne importa. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino