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Nulla è cambiato da sabato scorso. Alla mail, con la richiesta di 4 milioni di euro netti per continuare a giocare nel Napoli (con 800 mila euro di commissione per lo studio legale e una serie di bonus legata ai gol e agli assist), De Laurentiis non ha dato risposta. Dal Belgio, quelli della Stirr Associates, non ne sono stupiti. L'offerta è scaduta ieri alle 18. Tocca ai legali di Mertens fare un'altra mossa, ammesso che vogliano farla per nome e per conto di Mertens, stella e idolo di Napoli. Chissà che la sommossa dei sentimenti di questi giorni non spinga Dries a far fare una inversione a U ai propri rappresentati, magari con un'altra comunicazione in cui vengano indicate cifre più alla portata di questo Napoli e delle sue casse. Perché, c'è poco da fare, il Napoli non pensa affatto di sborsare gli 8 milioni (lordi) per tenersi Mertens. E sarebbe un vero peccato vedere andare via il re dei bomber. Ma, per adesso, è l'ipotesi più concreta. Il gelo è calato dopo la richiesta di 4 milioni (netti) per firmare un altro anno, un solo anno, compreso del bonus alla firma da 1,6 milioni di euro. Tutti e subito. Solo per prolungare. Per il Napoli e per De Laurentiis è un capitolo chiuso, a meno che non sia Mertens a riaprirlo con una nuova proposta. Che il club azzurro ascolterebbe con attenzione. Lo farà? Per sbloccarsi, serve un incontro, alla fine degli impegni di Nations League. Però, per adesso, segnali non ce ne sono. E al momento sono pronti a scorrere i titoli di cosa su 9 anni di Napoli e 148 luminosi gol.
Come se non bastassero i nodi legati ai giocatori in scadenza (o quasi) ci si mette anche Politano, protagonista nella nuova Italia che batte l'Ungheria e si proietta nel futuro. Finalmente Mancini - che resta ct nonostante le ferite ancora aperte - cambia radicalmente registro. Politano dimostra con l'Ungheria di essere in condizione super e comincia a far trapelare le proprie preoccupazioni. Non tanto per la trattativa con Bernardeschi, quanto per il finale della passata stagione che lo ha visto sempre riserva di Lozano.
Koulibaly, dopo aver vinto in Rwanda con il Senegal, lancia qualcosa di simile a un sos: «Non so cosa succederà in futuro. Quel che conta - dice - è che tutto sia ben definito quando tornerò a Napoli». Ha ragione. Dentro o fuori. Parole che mettono ansia. L'uomo destinato a raccogliere la fascia da capitano (ma attenzione, Di Lorenzo si è candidato la settimana scorsa) non vuole ancora una volta finire sulla graticola delle voci di mercato per tutta l'estate. Ha già vissuto questa situazione nelle due ultime stagioni, è fastidiosa. Koulibaly vorrebbe rinnovare con il Napoli, anche perché a Barcellona i pasticci economici degli ultimi anni hanno costretto a una politica di contenimento dei costi. Ed è quello che Fali Ramadani, in queste ore in Italia, dirà a De Laurentiis: vero che c'è una offerta di una ventina di milioni che Ramadani ha già annunciato, ma il patron azzurro non fa salti di gioia all'idea di vederlo partire. E non lo spaventa neppure l'idea di iniziare la stagione con il contratto in scadenza. L'impressione - ma solo quella - è che sarà a Dimaro, durante il ritiro, che il destino di Koulibaly verrà scritto. Ostigard sarà il quarto centrale, mentre per Deulefeu il Napoli si è garantito il sì dello spagnolo e quindi immagina che il numero 10 bianconero neppure ascolterà altre sirene. Nessun appuntamento fissato con Pastorello per il rinnovo di cinque anni di Meret: ma la scelta è fatta perché Ospina andrà via. Al suo posto Sirigu. Attenzione ad Armando Broja: una pista che non va abbandonata.
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