A Trigoria tutti lo chiamano Micki e ci ha messo poco a entrare nel cuore di tifosi e addetti ai lavori grazie alle sue qualità e al modo di fare da professionista...
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MOURINHO AMORE E ODIO
Micki ripercorre le parti salienti della sua carriera partendo dal dal Manchester United con Mourinho: «E’ un vincente di natura. Vuole che tu vinca e che tu faccia quello che ti chiede. E’ difficile per chiunque. Ci sono state divergenze e conflitti, ma non hanno avuto un forte impatto sul buon lavoro e i tre trofei vinti. Se è vero che mi ha attaccato dopo la partita e mi ha spinto dicendo che dovevo allenarmi? Si è vero. Tutto è iniziato da lì. Ho pensato: “Non ho altro da aggiungere al Manchester. Lavoro, presso, aiuto la squadra, segno e qualcuno è anche insoddisfatto. Non volevo perdere tempo e giocare a calcio”. Giocare al Manchester è comunque un’occasione che ti capita una volta nella vita. Scendere in campo insieme a Ibrahimovic, Pogba, Mata, De Gea… Se dovessi ritornare indietro nel tempo, avrei rinnovato il contratto con i Red Devils. Non mi pento però di ciò che ho fatto». La scelta, dunque, è ricaduta sull’Arsenal in cui è rimasto pre tre stagioni prima di approdare alla Roma in prestito: «Passare con loro è stato coronare il sogno che avevo da bambino. Molti giocatori francesi avevano indossato quella maglia in passato: Henry, Pires, Bergamp, Petit, Vieira. Ero appassionatissimo. Poi, con l’arrivo degli Emirati Arabi, hanno iniziato ad avere problemi economici e hanno iniziato ad investire sui giovani. Trasferirmi all’Arsenal di Wenger è stato un sogno, una favola».
VERSO LA RUSSIA
Nel corso dell’intervista sono intervenute anche la mamma e la sorella di Mkhitaryan, entrambe lo vorrebbero vedere in Russia con la maglia dello Zenit San Pietroburgo: «Nella vita non puoi chiudere le porte a niente. Henrikh è pronto a prendere in considerazione questa opzione e ama la Russia», ha detto la sorella Monika. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino