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Pep Guardiola è un grande allenatore non soltanto perché ha vinto tutto nella sua carriera. È un professionista sensibile, riempie di attenzioni ed elogi i suoi colleghi, talvolta esagerando: Spalletti, prima del sorteggio degli ottavi Champions 2022-2023, disse che quella del tecnico del City era una tattica per scaricare sugli avversari il peso delle responsabilità prima di una partita. Sarà. Nell'agosto 2011 Guardiola sedeva sulla panchina del Barcellona e affrontò il Napoli nel Trofeo Gamper, una classica con cui i catalani aprono la stagione. Dall'altra parte c'era Walter Mazzarri con quel gruppo di giocatori che un mese dopo avrebbero debuttato in Champions e nella successiva primavera conquistato la Coppa Italia.
Il Napoli perse per 5-0 ma quello che successe dopo, negli spogliatoi del Nou Camp, colpì molto Mazzarri, al punto da dedicare al colloquio nella stanza di Guardiola le prime pagine dell'autobiografia “Il meglio deve ancora venire”, scritta nove anni fa con il giornalista Alessandro Alciato per Rizzoli quando era alla guida dell'Inter.
Il 12 marzo, tornando a Barcellona, Mazzarri non troverà Guardiola ma quello stesso spirito che proverà ad accendere Xavi, che adesso occupa quella prestigiosa panchina. E stavolta neanche per il Napoli sarà un'amichevole.
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