Cannavaro, parole d'addio: i compagni in lacrime mi hanno chiesto di restare

Cannavaro, parole d'addio: i compagni in lacrime mi hanno chiesto di restare
Ceduto al Sassuolo, Paolo Cannavaro ha scritto una lettera d'addio sulla sua pagina Instagram e ha parlato a Radio Kiss Kiss, emittente ufficiale del Napoli. ...

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Ceduto al Sassuolo, Paolo Cannavaro ha scritto una lettera d'addio sulla sua pagina Instagram e ha parlato a Radio Kiss Kiss, emittente ufficiale del Napoli.


«I compagni hanno provato a farmi restare. Tutti i colleghi e pure i magazzinieri hanno pianto dicendomi di non andar via, ma ho detto che non volevo lacrime.Voglio lasciare Napoli col sorriso e sono rimasto in silenzio per sei mesi. E' stata la parentesi più bella della mia vita. Agli occhi dell'Italia Napoli è conosciuta per episodi negativi, ma vi posso dire che nei momenti negativi, quando sono stato criticato, i tifosi mi hanno dato la forza di combattere e di prendermi tante soddisfazioni. I ragazzi delle curve sono eccezionali, fondamentali. Sono orgoglio di essere stato un calciatore del Napoli e sono nella top 10 della storia del club».



Il futuro: «Il Sassuolo è una squadra simpatica, possiamo iniziare qualcosa di buono tra le tifoserie. La cosa più bella è la vittoria della Coppa Italia da capitano, in quella foto si vede la mia emozione. Ma anche la gioia della qualificazione in Champions. La rinascita a Genova, però, le batte tutte.

Oggi è facile venire a Napoli, ma il giorno dell'arrivo in serie A è al di sopra di tutto. Mi sono fidato del Sassuolo così come lo feci col Napoli. La vittoria che non posso tatuarmi è che molti ragazzini negli anni bui si sono "convertiti" alle big del nord. Con me come napoletano, vi posso dire che molti si sono affezionati alla nostra squadra, e solo così possiamo 'combattere' la presenza di tifosi stranieri nella nostra città. Preferisco non pensare a quando affronteremo il Napoli, mi sento male già adesso».



L'emozione del congedo: «Lascio dei ragazzi davvero fantastici ed un gruppo meraviglioso, ci sono tre competizioni da giocare e se la Juve dovesse fermarsi questa squadra può ambire a tanto. Con Lorenzo ho parlato in privato, deve concentrarsi e fare bene. Spero che il nostro meraviglioso pubblico capisca che quando i fischi non sono meritati non si deve fischiare. Lui sa quello che deve fare. Se continuate a fischiare così poi non vi lamentate se non regge la pressione e va via». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino