C'è stata una stagione in cui il Napoli scivolò fuori dalla zona Champions ma dopo essere arrivato agli ottavi della massima competizione europea e vincendo la...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE Il Napoli torna in campo: Allan e Manolas si allenano a parte
Il quarto posto, almeno quello, è irrinunciabile per De Laurentiis, che tornerà da Los Angeles poche ore prima della supersfida di mercoledì 27 a Liverpool. Lo scenario, otto anni fa, era differente sotto l'aspetto economico: quella rosa aveva costi di gestione inferiori, dunque sostenibile una stagione fuori dalla Champions grazie a una cessione pesante, come lo fu quella di Lavezzi, passato al Psg per 30 milioni. Gli stipendi netti del Napoli 2011-2012 ammontavano a 41,2 milioni, quelli della squadra di Ancelotti a 103 e peraltro sono in corso trattative per rinnovi con sostanziosi aumenti di ingaggio. Davanti al Napoli, sbandato dopo l'ammutinamento del 5 novembre, vi sono anche altre due strade, come accadde per quella squadra che la gente sentiva molto vicina perché pochi mesi prima era riuscita nell'impresa di conquistare la qualificazione alla Champions. Avanti in Europa e conquista della Coppa Italia, ecco le strade.
LEGGI ANCHE Napoli a chilometro zero: solo 103 km, azzurri terz'ultimi in A
Ancelotti deve dare un'immediata sterzata in campionato, che presenta - a poco meno di un terzo - un quadro sorprendente rispetto alle prime 12 giornate di un anno fa, il primo di Carlo sulla panchina azzurra. Nel 2018 la percentuale di vittorie era stata del 75 per cento (9); ora è del 41 per cento (4). In cosa è la differenza? Al di là dei problemi che il Napoli si è maldestramente creato in casa, c'è da sottolineare la differenza delle due formazioni. Ancelotti cominciò il campionato 2018-2019 con una sola novità rispetto alla squadra che schierava Sarri: il portiere. In questa stagione i cambi sono stati più numerosi perché vi sono state partenze significative (Albiol) e investimenti più corposi sul mercato che hanno indotto a un turnover più accentuato. Ma è chiaro che il passo avrebbe dovuto essere un altro per tenere accesa la speranza di battersi per lo scudetto, o quanto meno lottare alla pari dell'Inter per la piazza d'onore: bianconeri e nerazzurri hanno creato il vuoto alle loro spalle, Lazio e Cagliari sono a -7 dal secondo posto.
LEGGI ANCHE Napoli, la vendetta di ADL: azione legale sui diritti d'immagine
L'analisi delle prime 12 giornate, dalla prima stagione in serie C (2004-2005, Ventura in panchina) a questa, fa emergere che il migliore rendimento vi è stato nel terzo e ultimo anno di Sarri, quello in cui l'illusione tricolore sembrò avere contorni più concreti: 83 per cento di vittorie (10). Molto bene era partito anche Benitez nella stagione 2013-2014 (75 per cento, 9 vittorie). Le partenze più sofferte - 33 per cento di successi - furono quelle di Mazzarri nel 2011, perché la coperta era abbastanza corta e le energie vennero assorbite dalla Champions; di Reja nel 2007-2008 (primo anno in serie A) e di Ventura. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino