Napoli da Champions, intervista a Eraldo Pecci: «Niente calcoli, Spalletti può arrivare fino in fondo»

«Il Napoli quest'anno può arrivare ovunque per quello che ha costruito»

Khvicha Kvaratskhelia a La Spezia
Il campionato, certo, con la Cremonese che bussa alle porte del Maradona dopo lo scherzetto di un mese fa in Coppa Italia. Ma anche la Champions, desiderata e attesa, ormai...

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Il campionato, certo, con la Cremonese che bussa alle porte del Maradona dopo lo scherzetto di un mese fa in Coppa Italia. Ma anche la Champions, desiderata e attesa, ormai all'orizzonte per il Napoli di Luciano Spalletti. «Ed è inutile precisare anche quale sarà la squadra italiana più attesa anche in Europa» è immediatamente certo Eraldo Pecci, vecchia conoscenza del calcio a Napoli e noto volto tv, pronto a seguire le imprese degli azzurri, ma anche di Milan e Inter, nella competizione europea più importante.

Il Napoli ci arriva meglio?
«Inutile doverlo anche ricordare. È sicuramente la squadra più in forma delle tre al momento. Quella che ha anche le migliori velleità di vittoria».

Sarà possibile riprendere dove si era lasciato a novembre?
«No, per forza di cose sarà una nuova ripartenza per tutti, ma la squadra di Spalletti ha già dimostrato la pasta di cui è fatta nelle gare giocate prima di Natale».

C'è il rischio di sottovalutare l'impegno con l'Eintracht?
«Non me ne voglia il Napoli e non me ne vogliano i tifosi, ma nemmeno il Real Madrid può sottovalutare qualcuno in Champions».

Qual è il pericolo principale?
«Tutto sommato il Napoli è una squadra nuova in Champions. L'ha giocata e anche bene negli ultimi anni ma non ha ancora troppa esperienza. E poi un mio allenatore diceva che con le squadre tedesche non bisogna mai dormire sonni tranquilli».

Ma può davvero arrivare in fondo come dice De Laurentiis?
«Il Napoli quest'anno può arrivare ovunque per quello che ha costruito».

Anche in finale di Champions?
«Può giocarsela con tutte, sì. Certo, quando arriveranno le big d'Europa soffrirai un po' per la differenza di esperienza, ma poi si va in campo che è il vero giudice. Non è facile sopperire a quella mancanza, soprattutto per la rosa giovane di Spalletti, ma c'è l'entusiasmo e quello può essere il modo migliore per provare a scrivere una pagina di storia importante».

In campionato, ad oggi, c'è un vantaggio consistente: Spalletti potrebbe pensare a qualche rotazione nelle formazioni delle prossime gare pensando all'Eintracht?
«A questi concetti io credo onestamente poco. Ripeto: il Napoli ha a disposizione una squadra giovane, a questi ragazzi tra i 20 e i 30 anni può davvero pesare giocare due o tre partite a settimana? La rotazione delle energie è qualcosa che si sente troppo spesso solo in Italia. Sicuramente l'allenatore deciderà in base a quello che gli serve e agli avversari, ma per una squadra come quell'azzurra non ci saranno problemi del tipo».

Questo Napoli può aprire un ciclo per puntare seriamente anche alla Champions nei prossimi anni?
«Bisogna andarci con i piedi di piombo. Ha visto il Milan di quest'anno?»

Può esserci lo stesso pericolo?
«È un avvertimento. Hanno fatto passi indietro dopo lo scudetto. Bisogna pensare una cosa alla volta: serve capacità, pazienza, anche un pizzico di fortuna. Chi si aspettava questo rendimento da calciatori come Kvaratskhelia o Kim?».

Insieme con Osimhen: cosa manca a Victor per sedersi allo stesso tavolo di Haaland e Mbappé?
«A tutti piacciono i paragoni, per me sono chiacchiere da bar. Diciamo che Mbappé ha una tecnica superiore, ma in area di rigore Osimhen è ai livelli di Haaland. Ha dalla sua l'età: può ancora migliorare molto».

Magari nel Napoli?


«Questo dovrà sceglierlo lui con la società. Ma di certo i giocatori forti possono giocare ovunque».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino