Volendo trovare una maniera immaginifica per spiegare Milan-Napoli si potrebbe dire che è stato come quando vai al ristorante e dici “Uà non mangio da una...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Avete presente quando in discoteca conoscete una femmina bellissima ma poi uscite fuori a chiacchierare e vi accorgete che è una specie di Nina Moric dopo un brutto virus intestinale? Ecco, Milan-Napoli è andata esattamente così. Un avvio scintillante, Mertens che mandava in rete Insigne e Callejon, possesso palla hardcore, pressing livello Equitalia, difesa altissima. Poi, all’improvviso, il blackout. È come se i baffi di Tonelli avessero fatto falso contatto con i peli del naso di Jorginho e complici le basse temperature padane tutto il sistema sarrista è andato in fumo. Gol del Milan, Jorginho che non riconosceva Tonelli come difensore inabile al palleggio e Tonelli che non riconosceva i propri compagni di squadra. E considerando che tutto questo accadeva dopo appena venticinque minuti è evidente che per sopravvivere ai successivi sessantacinque è servita tutta la forza d’animo accumulata dai napoletani in secoli e secoli di pacienza coi Mughini. Più di un’ora trascorsa a indirizzare preghiere alla Madonna dell’Arco e a Sarri affinché desse una marenna in mano a Jorginho e il centrocampo in mano a Diawara. Preghiere esaudite visto che l’ingresso di Diawara prima e poi quello di Zielinski hanno rimesso un poco di ordine in quella specie di piazza Garibaldi senza vigili che era diventato il centrocampo azzurro. E così, soffrendo e jastemmando, jastemmando e soffrendo, è arrivata la vittoria. E con essa pure la domanda: ma quando torna Koulibaly? Leggi l'articolo completo su
Il Mattino