Ospina e la vergogna di uscire coi bimbi: «Riscattiamoci»

Ospina e la vergogna di uscire coi bimbi: «Riscattiamoci»
Inviato a Castel Volturno  Nessuno ha voglia di sorridere. Sono affranti, delusi, amareggiati, i calciatori azzurri. Escono in piccoli gruppi dal parcheggio del centro...

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Inviato a Castel Volturno 

Nessuno ha voglia di sorridere. Sono affranti, delusi, amareggiati, i calciatori azzurri. Escono in piccoli gruppi dal parcheggio del centro tecnico di Castel Volturno: non si sono allenati, erano lì solo per la riunione nel giorno libero. Ma anche il tempo libero è diventato un incubo. Restano chiusi quasi tutti nelle proprie abitazioni, senza tanta voglia di uscire. Ospina è tra quelli che più di tutti prova a dare coraggio ai compagni, a caricarli, a Castel Volturno: «Dobbiamo rialzarci, dobbiamo farlo tutti per questa gente meravigliosa che vive per il calcio e che sta male quando perdiamo». Lo ha confidato a tanti amici, lo ha ripetuto ancora. Lady Ospina, ieri, confessava che il marito non aveva neppure la voglia di accompagnare i figli a scuola ma non per timore di una contestazione, di qualche insulto, ma perché non aveva il coraggio, la forza di incrociare gli occhi tristi dei tifosi, delusi per questo andamento negativo della squadra. E c'è da crederci.


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Allan, che pure è stato tra i protagonisti più duri nello spogliatoio dopo la gara con il Salisburgo, è uno di quelli che ora predica compattezza. A ogni costo. Insegue da tempo il rinnovo del contratto ma ancora nella riunione di Castel Volturno ricordava ai compagni che tutti devono mettere da parte le proprie cose personali perché bisogna rialzarsi e bisogna farlo alla svelta. Perché poi il terreno perduto non può essere recuperato. Certo, difficile capire quale è il suo destino: di sicuro la moglie partorirà in Brasile e, nei primi tempi, resterà in Sudamerica per farsi aiutare dai propri familiari. Ora se questo è un indizio in vista di gennaio è complesso da anticipare. Ma è chiaro che il mercato invernale sarà un momento per dei cambi radicali all'interno dello spogliatoio. Callejon e Mertens hanno la Cina che bussa alla porta. E l'operazione Hamsik insegna: è tra gennaio e febbraio che il mercato nel Paese della Grande Muraglia si fa sul serio.
 

De Laurentiis ieri era a Milano per l'assemblea di Lega che non è riuscita a partorire il nuovo presidente. Il confronto di venerdì scorso non ha portato alla svolta attesa: la mano tesa sulle multe e la disponibilità persino ad azzerarle in caso di un rendimento in linea con la prestazione di Liverpool, sperava potessero produrre ben altro tipo di reazione in campo. Ma la sconfitta con il Bologna non viene vista da lui come un ulteriore affronto. La squadra sa che restano in piedi i premi per la conquista della zona Champions e che sono legate al numero di vittorie: e magari, a sorpresa, durante la cena di Natale del 17 dicembre a Villa D'Angelo Santa Caterina, potrebbe dare disponibilità anche a qualche altro bonus. Chiaro che il patron azzurro attende la gara con il Genk per tirare le somme. Sarà quello il momento chiave: ma il feeling con Ancelotti non è in discussione e ogni tipo di decisione, anche quella più traumatica, sarà presa di comune accordo. D'altronde Carlo ha sempre assecondato ogni desiderio del club: la scelta del turnover a ogni costo, il cambio di modulo e così via. Anche in sede di mercato, questa estate, non c'è mai stato un giudizio negativo da parte del tecnico che fino alla fine ha promosso il mercato azzurro. Senza mai un appunto. Di alcun genere. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino