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Si chiama gol, ed è la medicina più efficace per gli attaccanti tristi. Osimhen, invece, è uno a cui piace sorridere. La tristezza non dovrebbe manco sapere dove sia di casa. Ha 22 anni e il futuro ancora tutto davanti a sé. A Napoli è sbarcato in estate, sorridente e felice. Perché il club azzurro aveva deciso di investire (tanto) sulle sue qualità e affidargli un ruolo chiave nel presente, ma soprattutto nel futuro della squadra. Gattuso gli ha cucito addosso l'abito migliore, quello del 4-2-3-1, Victor punta centrale e un trequartista (Mertens o Zielinski) alle sue spalle che gli gira attorno, apre spazio e inventa giocate utili alla causa.
Come in tutte le favole, però, è arrivato il momento di difficoltà: la spalla lussata, il Covid e in fine la crisi vagale a Bergamo. Un periodo bruttissimo nel quale Osimhen non si è mai perso d'animo, anzi. Si è allenato, si è dato da fare e non ha mollato un centimetro per farsi trovare pronto all'appuntamento con il campo. Ha aspettato il suo momento e quando Gattuso gli ha chiesto uno sforzo in più ha sempre risposto presente.
Oggi, però, è il grande giorno, perché contro il Crotone può tornare titolare. Non succedeva dal 21 febbraio scorso, quando è partito dall'inizio contro l'Atalanta. Ha lavorato duro per arrivare a questo traguardo, senza pausa e senza paura. Con il supporto dei compagni e dell'allenatore, quel Gattuso che non ha mai smesso di credere nelle potenzialità del suo attaccante. E a proposito di gol, la spinta in più arriverà anche da quello segnato con la Nigeria, per quella maglia che a novembre lo aveva condannato all'inizio del calvario. Con la nazionale era arrivato l'infortunio alla spalla, in Nigeria aveva contratto il Covid e adesso proprio da lì è tornato a sorridere felice, come ogni ragazzo della sua età che rincorre un pallone e manda in estasi milioni di tifosi.
Contro il Crotone, poi, sarà una sfida speciale per Victor che dall'altra parte si ritroverà l'amico e connazionale Simy. E se le speranze di volata Champions del Napoli passano dai gol di Osimhen, quelle di salvezza del Crotone passano proprio da Simy (già a 13 centri). I due attaccanti, infatti, rappresentano i punti di riferimento offensivi delle rispettive squadre. Entrambi sono nati a Lagos, ma hanno avuto storie molto diverse. Victor è approdato giovanissimo in serie A con il Napoli, mentre Simy ha dovuto sudare prima in Portogallo e poi con il Crotone dove è arrivato nel 2016, ha vissuto la retrocessione in serie B ed è stato mattatore lo scorso anno con 20 reti nella cavalcata per la promozione. I due sono legatissimi alla loro patria come dimostrato ad ottobre scorso quando dopo i loro gol hanno mostrato delle magliette di protesta contro le violenze della polizia in Nigeria.
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