Una nuova intervista ai microfoni di Przeglad Sportowy per Arek Milik, l’attaccante del Napoli che si racconta prima dei nuovi incontri con la sua nazionale. «Ci sono...
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Il suo Napoli non sembra ancora essere arrivato alla piena maturazione. «Spesso sembra ci venga tutto facile anche contro squadre forti, altre volte non riusciamo a non complicarci la vita, questo è il difetto che dobbiamo eliminare», ha confessato. «Oggi mi sento bene, è il mio periodo migliore dopo l’infortunio. Non ricordo più quello che è successo prima. Mi ci è voluto tempo, la prima parte di quest’anno è stata dura, ma ho avuto continuità e tutto il resto è venuto da sé. Lo scorso anno ho recuperato troppo in fretta per andare al Mondiale, ma non come avrei voluto: mi mancava il giusto ritmo, la condizione, mi sentivo bene ma mancava qualcosa».
Qualche giorno fa, il suo 25esimo compleanno. «Mi hanno preparato una festa a sorpresa con famiglia e amici, a volte diamo tutto per scontato ma la vicinanza e l’affetto sono importanti. L’ho imparato negli ultimi anni. Non penso più a quello che è stato, mi sembra sia passato così tanto tempo. Le cicatrici resteranno, ultimamente un ginocchio si è leggermente gonfiato ma non era nulla di preoccupante», ha detto Arek. «Il mio obiettivo era tornare ad alti livelli e ci sono riuscito, posso guardare avanti e lo dico senza preoccupazione, posso migliorare ancora molto. Le punizioni? Mi alleno molto a tirarle, un attaccante deve ampliare le sue opzioni se vuole crescere sempre. Sono la mia arma segreta. Spero di raggiungere il record attuale di Messi, ma Leo è di un altro pianeta». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino