Non è scontato il ritorno dei tifosi al San Paolo per la gara di domenica con il Genoa. Perché toccherà al governatore De Luca firmare l'ordinanza che...
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Serve il buon senso. In ogni caso il Napoli non metterà in vendita gli eventuali mille posti disponibili: andranno agli sponsor, in base agli accordi commerciali esistenti. D'altronde, per gli abbonati dello scorso anno la società ha già fornito il rimborso. Dunque, nel caso, saranno mille ingressi a invito. Ma anche sul numero si attende la (eventuale) ordinanza regionale. Perché a Parma, per esempio, il governatore Bonaccini ha aperto a mille oltre i 400 dell'organizzazione (squadre comprese). Non è detto che De Luca faccia lo stesso: potrebbe stabilire in mille il totale dei presenti allo stadio per Napoli-Genoa. Dovesse arrivare il semaforo verde, sarebbe un piccolo test. Il Comune di Napoli, invece, va di fretta. Spiega Ciro Borriello, assessore allo sport: «Non so cosa si stia aspettando ancora. È da tempo che si vede una certa discriminazione nei confronti dei tifosi del calcio e dei vari sport: non capisco perché uno spettatore può andare al teatro o al cinema e non può andare sugli spalti a vedere una partita, rispettando le norme anti-Covid. Siamo pronti come Comune a dare il nostro contributo, al San Paolo devono tornare i tifosi. Il modello da seguire è quello tedesco anche qui da noi».
La Figc non vorrebbe attendere il 7 ottobre per mandare dei segnali positivi a un mondo del calcio che comincia ad avere problemi economici e non di poco conto. Ma sarà il prossimo Dpcm quello dell'eventuale svolta, anche perché in quei giorni sarà più chiaro se e quando la curva dei contagi risalirà dopo l'apertura delle scuole. Il Cts è fortemente contrario a riaprire gli stadi, ritiene che sia impossibile controllare i flussi di entrata-uscita e il distanziamento in tribuna. Non basta il fatto che tutti avrebbero le mascherine. Ieri Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha spiegato: «Aspetterei il 7 ottobre: c'è una piccola presenza negli stadi ora, ma il calcio è unico e non può essere diverso tra Serie A, B o Dilettanti. A breve aspettiamo risposte dal Cts su alcune nostre richieste. Abbiamo condiviso la priorità di aprire prima le scuole, ma se i risultati saranno incoraggianti mi auguro e credo sia giusto cominciare ad aprire gradualmente gli stadi in modo da allinearci a tutti gli altri paesi europei». Particolare, poi, il passo in avanti fatto dal direttivo della Lega di serie C. «Abbiamo elaborato e presentato una proposta - dichiara il presidente Francesco Ghirelli - che consenta un'apertura graduale dei nostri stadi, in sicurezza, nella misura del 25-30%, già a cominciare dalla prima giornata di campionato». Insomma, secondo la Lega di C potrebbero assistere più spettatori al derby Avellino-Turris che non a Napoli-Genoa. Il cortocircuito appare totale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino