Kiev. Nella sterminata Majdan, che vuol dire semplicemente «la Piazza» i primi tifosi azzurri cominciano a farsi vedere intorno alle prime luce del tramonto. Non...
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Qui non c'è nessun allarme particolare, ma la polizia lungo le gigantesche careggiatte del Kreshatik, vigila in maniera costante: i tifosi di qui sono spesso accusati di razzismo, ma negli ultimi tempi le autorità locali sono preoccupate anche dal fatto che molti sono reduci dalla guerra civile nel Donbass ribelle e filorusso, e una volta tornati a casa non hanno trovato né lavoro né collocazione sociale. Insomma, il palcoscenico della Champions potrebbe essere una occasione unica per poter gridare la propria rabbia. È strano arrivare a Kiev e trovare il termometro introno ai 28 gradi: fa caldo, tanto, ma la sera la temperatura cala precipitosamente. I charter partiti da Capodichino sono due: una decollato nella tarda serata di ieri, un altro atteso per la mattinata. Ma altri hanno scelto anche i voli di linea. D'altronde, l'ultima volta a Kiev, appena 16 mesi fa, non fu tutto rose e fiori: il Dnipro giocava in campo neutro, lontano dal fronte di guerra, ma trovò proprio nei tifosi della Dinamo Kiev dei preziosi alleati. Tutti infarciti di concetti come Patria e Onore che qui sono davvero sulla bocca di tutti. E finì con l'invasione di campo dei tifosi ucraini e il tentativo di contatto con quelli del Napoli scongiurato dall'intervento della polizia. Stasera è annunciata la presenza di circa 60mila spettatori: niente male da queste parti, dove allo stadio ci vanno davvero in pochi. I biglietti hanno prezzi popolari, dai 5 ai 15 euro. Ma c'è da tener conto che lo stipendio medio qui ormai non supera neppure i 300 dollari. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino