Il concerto dei tre tenori. Ovvero quando lo spettacolo fa anche la differenza. E allora, qualcuno avrebbe mai potuto immagine uno show senza uno tra Pavarotti, Carreras o Domingo...
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Come li cambi quelli là davanti? Ma sì, c'è Ounas, e magari anche Zielinski che da attaccante esterno, nei minuti finali della gara con lo Shakhtar, ha mostrato di avere piede, corsa e fantasia: ma vuoi mettere gli acuti di quei tre? E infatti non è un caso che hanno giocato 37 volte titolari assieme nelle ultime 46 partite ufficiali (Champions compresa). Quello a respirare, ma solo di tanto in tanto, è stato Mertens. Nessuno è perfetto, ma loro sì. Guardiamoli spesso e riempiamoci gli occhi, tanto è impossibile stancarsi. Proviamo a fermare gli attimi e gustiamoceli tutti: il gol di Insigne agli ucraini, ma nel firmamento c'è anche il pallonetto di Mertens all'Olimpico. Ma non solo: perché i tre tenori non hanno solo i colpi di magia, ma sono anche concreti perché sono terzini, centrocampisti e mediani. Da quasi due anni, l'Italia assiste attonita alle partite del Napoli di Sarri, scoprendo talvolta che cosa è la perfezione. È un attacco che ha tutto per essere perfetto. Ed è un attacco pieno di fantasia anche senza avere sudamericani: 28 gol hanno segnato i tre dall'inizio della stagione (13 Mertens, 8 Insigne, 7 Callejon). In totale il Napoli ne ha fatti 48. Nessuno di loro intende far spazio alla propria riserva: sono tre cannibali, in questo senso.
Reina a parte, in 20 partite sono quelli che più di tutti sono stati in campo. Ovvero, Insigne per 1688 minuti; Callejon per 1655 e Mertens per 1641. Un dettaglio: hanno giocato sempre. In ogni match della stagione. Nessuno come loro nel Napoli: Koulibaly ha 1620 minuti nelle gambe (in 18 partite); Hysaj 1503 (in 17 partite) e così via. Tre meravigliosi cannibali che hanno fame di gol e di vittorie. E non di primati. Il Napoli non perde fuori casa dal 29 ottobre del 2016 e da allora su 20 partite ne ha vinte 17. È il record della storia azzurra, quello precedente nel 1980-1981 durò 10 mesi. Tutto questo per Lorenzo, Dries (in ogni caso settimo nella classifica della Scarpa d'oro vinta da Leo Messi per la scorsa stagione) e José è marginale: perché quest'anno loro vogliono vincere. Non c'è mai stato nella storia recente del Napoli e del calcio italiano un tridente così. Lo dice la logica, lo confermano gli occhi e il cuore, lo sanciscono i numeri. A parte l'occasione dei due 0-0 di questo campionato (con Inter e Chievo) nel tabellino solo a Verona con l'Hellas non compare uno dei loro nomi. E per trovare un evento del genere bisogna risalire al 2 aprile, a Napoli-Juventus (1-1) in cui a far gol fu Hamsik. Non vi basta? Nelle 33 partite del 2017 del campionato italiano, solo in 7 occasioni non c'è stata una loro rete. Insomma, un acuto dei tre tenori c'è quasi sempre. È una sorta di garanzia, il marchio di fabbrica della capolista che sogna a occhi aperti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino