Il Napoli meno usato da Spalletti? Adesso vale 170 milioni

La valutazione della "squadra" dei panchinari superiore a 9 club

Giovanni Simeone
Inviato a Castel Volturno Se il Napoli più forte che c'è, quello di Osimhen, Kvara, Kim e compagnia, si trovasse tra la ruote l'altro Napoli che...

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Inviato a Castel Volturno

Se il Napoli più forte che c'è, quello di Osimhen, Kvara, Kim e compagnia, si trovasse tra la ruote l'altro Napoli che c'è, quello con Raspadori, Simeone, Elmas e tutto il resto, farebbe molta più fatica a vincere tutto quello che ha vinto e che vincerà, perché il nigeriano e il georgiano sono una coppia da sogni, ma quella schiera di calciatori azzurri rappresenta una delle più lussuose seconde linee della nostra serie A. Chiamatele, se vi piace, pure riserve. Ma si tratta di una formazione da 170 milioni di euro, prendendo come parametro le quotazioni di mercato di Transfermarkt.com: è un valore, peraltro, che piazzerebbe il Napoli B, come valutazione complessiva, al nono posto in serie A, alle spalle (e di poco) di tutto l'organico del Sassuolo che nella griglia è a quota 177 milioni di euro. Impressionati? Vero, c'è da esserlo. Perché le riserve di lusso, quelle che vanno in panchina, valgono più delle rose al completo di Torino, Udinese, Bologna, Monza e giù giù fino alla Cremonese le cui quotazioni arrivano a 59,5 milioni. In pratica Raspadori (35 milioni) più Elmas (23 milioni) messi insieme.



I panchinari del Napoli potrebbero, se la classifica la facessero i valori economici dei calciatori e non i tiri in porta, essere noni in classifica. Un gap mostruoso che dà anche il senso della spaccatura impietosa che c'è nella nostra serie A: la panchina del Napoli vale più delle metà dei club del nostro campionato. Il prezzo di un cartellino è un concetto opinabile, ma su campioni statisticamente così rappresentativi di giocatori, le proporzioni sono quelle. Motivo per cui è stato un vero peccato non andare avanti anche in Coppa Italia. Ma è inutile piangere sul latte versato. D'altronde, a chi volete che importi in una simile stagione a un passo da diventare leggendaria?

Spalletti quando guarda in panchina ci può trovare un attaccante della Nazionale come Raspadori, un monumento come Juan Jesus, talenti smisurati come quelli di Elmas e Politano, stelle pronte a tornare a splendere come Ndombele. E pezzi di cuore del tifo azzurro come il Cholito. Ci sono le riserve che sanno, e sono felici, di esserlo: e uno di questi è proprio Simeone, quello che fa gol alla Roma quasi con l'ultimo pallone. E che non si lamenta se gli vengono concessi gli sgoccioli di una partita. Riserve d'oro, è proprio il caso di dirlo. Quasi 170 milioni lì seduti in panchina. A voler essere generosi, perché, si sa, le valutazioni dei siti specialistici mica sono il Vangelo. Perché dovesse dar via, per esempio, Gaetano, mica basterebbero 4,5 milioni come indicato da Transfertmarkt. Ma in ogni caso, nel gioco delle valutazioni, le riserve sono una vera e propria miniera d'oro: da Gollini (5 milioni) a Ostigard (7), da Jesus (5) a Olivera (15), da Demme (5) a Ndombele (28). E poi ancora Elmas (23), Gaetano (4,5), Zerbin (4), Politano (20), Raspadori (35), Simeone (18). Riserve di lusso, panchina lunga: è stato quello che ha voluto De Laurentiis, il diktat imposto a Giuntoli nell'ultima estate, quella dell'anno zero.

E che anno zero. I cinque cambi hanno aiutato Spalletti a valorizzare l'intero organico che gli ha messo a disposizione il club azzurro. Non tutti sanno pescare la pepita giusta tra le riserve, mentre in campo infuria la contesa e bisogna calcolare mille variabili impazzite, tecniche, tattiche e ambientali, per provare a cambiare la partita. Lucianone ha sbagliato raramente la sua mossa. Anche se poi, alla fine, il tecnico di Certaldo si è abbandonato tra le braccia dei suoi fedelissimi. E bene ha fatto, visto l'incredibile marcia trionfale, senza precedenti nel nostro calcio. L'abbandono della formazione-tipo, però, non è ancora prevista. Non è ancora tempo di turnover. Sicuramente non con la Cremonese. Poi, con l'inizio della Champions, qualcosa potrebbe cambiare. Chi va in panchina soffre, ma proprio grazie all'intelligenza di chi viene escluso questo Napoli ha un passo così potente.
 

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Il Mattino