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Nel salotto televisivo di Dazn, l'altra sera, dopo la sconfitta contro il Milan la domanda più netta è stata rivolta a Luciano Spalletti dall'unico napoletano presente, il giornalista e scrittore Angelo Carotenuto. Ha evidenziato, sulla base di dirette conoscenze, i rischi della pressione dell'ambiente sulla squadra e il tecnico ha allargato le braccia: «Ci sono anime fatte in un certo modo e anime fatte in un altro. Ma la pressione bisogna saperla respingere».
A distanza di una settimana dallo sfogo di Spalletti dopo la vittoria sulla Lazio («Avete rotto i coglioni, questa squadra ha carattere», aveva detto dopo il gol di Fabian nel recupero) riemerge il tema del braccino corto e della paura di volare che storicamente accompagna il Napoli, come ha evidenziato nuovamente Arrigo Sacchi sulla “Gazzetta dello Sport”.
Il Napoli ha sfruttato male le due chance offerte dal calendario, raccogliendo un punto negli scontri diretti allo stadio Maradona. Ma tra la partita contro l'Inter e quella contro il Milan vi è stata una marcata differenza: la prima è stata giocata molto meglio, Handanovic è stato decisivo nel secondo tempo, mentre mai gli azzurri sono stati pericolosi nella sfida col Diavolo. Vi sono 30 punti a disposizione, quasi un terzo di campionato ancora da giocare. Ma con altro carattere, provando a regalare un sogno ai napoletani, come dice sempre Spalletti nelle conferenze prepartita. Non si “accontentino” gli azzurri del piazzamento Champions, ormai molto probabile dato che l'Atalanta è a 10 punti, anche se ha una gara in più da giocare e lo scontro diretto col Napoli a Bergamo.
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