Nel gennaio del 2010 il Napoli aveva grossa necessità di un esterno a sinistra. E il primo della lista del neo direttore sportivo azzurro Riccardo Bigon era Gareth Bale. In...
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«Ci serviva un mancino e lui giocava poco nel Tottenham con Redknapp in panchina. Si poteva acquistare, era
molto giovane ma non ci furono le giuste condizioni. Avremmo dovuto investire 10 milioni di euro. Peccato». Un vero peccato certo, se si considera anche l’impatto che il gallese ha nelle squadre dove gioca. E chissà cosa sarebbe successo in questi giorni se alla viglia del big match contro il Real Madrid Bale fosse stato a preparare la partita a Castel Volturno e non nell’hotel Palazzo Caracciolo a San Giovanni a Carbonara con i compagni dei Blancos.
In quella sessione di mercato, poi, il Napoli si aggiudicò Andrea Dossena (anche lui era in Premier, a Liverpool): un giocatore che al di là del rendimento si è dimostrato di ben altro livello. Ma attenzione: ai tempi lo stesso Bale era considerato un terzino difensivo. Ci ha messo un po’ a dimostrare le sue doti di attaccate e cecchino infallibile. Merito della sua grande corsa e di quell’atletismo che lo fecero esplodere definitivamente agli occhi del calcio italiano con quella tripletta nella sfida di Champions tra il suo Tottenham e l’Inter nell’ottobre della stagione successivo.
Il resto è storia recente. Bale protagonista sia con la maglia del Real (nell’arco della sua prima stagione a Madrid ha segnato nella finale di Champions, quella della Decima contro l’Atletico, e in quella di Coppa del Re), che con quella del Galles trascinando la sua nazionale all’Europeo in Francia la scorsa estate.
Attualmente viene da un infortunio che però sembra già alle spalle dal momento che al suo ritorno in Liga ha subito timbrato il cartellino. Contro l’Eibar ha visto il Real comodamente da casa perché squalificato, occasione in più per recuperare le forze e prepararsi al meglio alla sfida di domani al San Paolo: uno stadio dove ancora non ha mai messo piede in carriera, ma che in quella sessione di mercato del gennaio del 2010 sarebbe potuto diventare casa sua.
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Il Mattino