Napoli, se i centravanti azzurri non tirano proprio in porta

Andrea Petagna e Victor Osimhen
Egoista. Dovrebbe essere la prima caratteristica, e non così negativa come l'aggettivo comune, di un centravanti. Il bomber deve vedere innanzitutto la porta. Deve...

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Egoista. Dovrebbe essere la prima caratteristica, e non così negativa come l'aggettivo comune, di un centravanti. Il bomber deve vedere innanzitutto la porta. Deve avere gli occhi solo per quella linea bianca di 7,32 metri che corre tra un palo e un altro. Il killer istinct, quello del rimpianto Paolo Rossi, o del più recente Pippo Inzaghi, gente che segnava in ogni modo, di classe ma anche in maniera sgraziata. Ecco quello basta, che il centravanti la butti dentro. E per far questo deve tirare. Ovviamente. E allora il fatto che i numeri 9 del Napoli abbiano terminato più di una partita senza aver fatto uno straccio di tiro, neanche debole, o alto, o a lato, deve far pensare. E pure parecchio. È vero che il Napoli è la squadra che più di tutte tira in Italia ed è tra le primissime in Europa (e sino a poco tempo fa era la prima, anche più del Bayern stellare). Ma tutti questi tiri non si convertono sempre in gol, anzi. E qui potrebbero entrarci i centravanti, quelli che per mestiere dovrebbero avere il fiuto del gol più dei compagni. Ma pensiamo per esempio a Osimhen, che contro il Granada ha tirato due volte, una all'esterno della rete e un'altra in porta, debolmente. Contro la Juventus, nella vittoria di sabato scorso, in 75 minuti non ha lasciato partire neanche una conclusione. È vero che era guardato a vista dai centrali avversari e che ha fatto spazio ai compagni. Ma neanche un tiro è uno score non proprio eccezionale per un numero 9. Con il Genoa era andata un pochino meglio, tre conclusioni, tutte fuori porta. Ma anche nei 25 minuti con il Verona nessun tiro in porta. Meglio naturalmente l'Osimhen ante-infortunio. capace di tirare cinque volte, con un gol, contro il Bologna. O addirittura 8, con l'altra sua rete di campionato, con l'Atalanta. 

Chi invece fatica proprio a guardare la rete è Petagna, a secco già da sei partite. Con la Juve 15 minuti e 0 tiri, meglio con il Genoa, due tiri in 54 minuti (entrambi fuori). Nessuna conclusione nella vittoria con il Parma, così come nella sconfitta di Verona. E nessun tiro nel 6-0 contro la Fiorentina, in una gara diventata un tiro a bersaglio. Un altro tiro contro l'Udinese e tre tiri, con un gol, nella sconfitta delle 24 conclusioni in porta contro lo Spezia. Insomma le ultime sette partite per il Napoli da questo punto di vista sono state una croce. Aspettando Mertens che è uno che da più vivacità all'attacco. 

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Il Mattino