Napoli, avevamo dimenticato com'è perdere ma il cuore c'è

Napoli, avevamo dimenticato com'è perdere ma il cuore c'è
La stavamo aspettando. Sì, lei, la prima sconfitta stagionale del Napoli. Più attesa della sposa al buffet del ristorante, più temuta di una multa per divieto...

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La stavamo aspettando. Sì, lei, la prima sconfitta stagionale del Napoli. Più attesa della sposa al buffet del ristorante, più temuta di una multa per divieto di sosta non verbalizzata, eccola incedere tronfia e soddisfatta tra gli astanti un po' incazzati e un poco increduli come a dire «Avete visto? Prima o poi dovevo arrivare pure io». E effettivamente chi può dirle nulla? La vittoria spadroneggiava da settimane, il pareggio pure aveva fatto la sua bella figura, insomma, mancava solo lei. Questo leggero dolore che si avverte nel petto, all'altezza della bocca dello stomaco, è legato principalmente al fatto che ella, la prima sconfitta, appunto, è arrivata in casa, allo stadio Maradona, portata in spalla dai russi di Mosca che dopo aver passeggiato amabilmente nel pomeriggio per le vie della città la sera si sono portati pure a casa come souvenir da Fuorigrotta i tre punti e la vetrina internazionale dell'Europa League. A farle gli onori di casa, da gran signore quale è, Mario Rui.

Eppure sarebbe sbagliato attribuire solo al brusco fallo del portoghese e alla sua conseguente espulsione la responsabilità del risultato. È stata una sconfitta, non una disfatta. Il Napoli ci ha provato, sia pure in dieci, a ribaltare il risultato e per poco non ci è pure riuscito dimostrando che quest'anno, almeno in fatto di cuore e personalità, difficilmente si uscirà dal campo a testa bassa. Forse questa sconfitta servirà al Napoli a ricordarsi com'è perdere. Effettivamente non succedeva da quasi cinque mesi. Niente niente ce lo stavamo scordando? Non sia mai! 

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Il Mattino