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«Ho bisogno di scrivere ciò che penso, so che molte volte il silenzio parla più di mille parole, ma in questi casi bisogna proprio parlare…». Inizia così il post-denuncia di Raul Brancaccio, tennista 26enne originario di Torre del Greco e numero 321 al mondo, che ha usato Instagram per sfogarsi dopo essere stato eliminato dal francese Hugues Herbert alla Napoli Tennis Cup.Non è tuttavia la sconfitta ottenuta sul campo a essere recriminata dal tennista, bensì qualcosa di molto più grave. «Volevo dedicare questo post a tutte quelle persone che ieri facevano il tifo, quasi da stadio, contro di me».
«Gente ignorante, inutile e vergognosa che rovina uno sport così bello solo per vincere scommesse e bollette. Richiamo un esame di coscienza a tutti voi, per il bene dello sport e per il rispetto a tutti i giocatori che offrono uno spettacolo degno di applausi».
Brancaccio si riferisce a un gruppo di tipster che, durante tutto il match andato in scena al circolo di viale Dohrn, hanno inveito contro il napoletano che rischiava - vincendo il match - di “bruciare” le loro scommesse. «Sono nato a Torre del Greco», continua il tennista, «e sono fiero di essere corallino, nato e cresciuto in questa zona e ho sempre cercato di portare il nome di Napoli più in alto possibile.
@redeltennis INCREDIBILE QUELLO CHE STA SUCCEDENDO ORA A NAPOLI! Mai vista una cosa simile in vita mia, su un campo da tennis! 🤯 #tennis #challenger #napoli #challengernapoli #incredibile #tennisclubnapoli #passione #tennisplayer #tennispassion #video #videoviral #neiperte ♬ suono originale - Il re del tennis 🎾
«Sono molto deluso da voi, ma in parte vi ringrazio per permettermi di fare rumore dopo quello successo ieri.
Vi ringrazio perché grazie a voi ci siamo fatti riconoscere e per l’ennesima volta abbiamo fatto una figura di merda. Cambiate, per il vostro bene, ma se la prossima volta continuerete a tifarmi contro, fatelo più forte, perché più lo farete più ne uscirò forte». Tanti i commenti di supporto per il 26enne, tra cui quello del collega Andrea Vavassori. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino