Marino, dal trionfo con Maradona alla “scommessa” con De Laurentiis

Marino, dal trionfo con Maradona alla “scommessa” con De Laurentiis
Un'esperienza lunga mezzo secolo. Pierpaolo Marino entrò nella segreteria dell'Avellino, la squadra della sua città, a metà degli anni '70, dopo...

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Un'esperienza lunga mezzo secolo. Pierpaolo Marino entrò nella segreteria dell'Avellino, la squadra della sua città, a metà degli anni '70, dopo le esperienze da radiocronista delle partite dei Lupi. Da segretario a direttore sportivo, poi il salto a Napoli nel 1985, dove lo volle il suo maestro Italo Allodi, a cui Corrado Ferlaino aveva attribuito i pieni poteri per la gestione dell'area tecnica. E due anni dopo arrivò il primo scudetto. Si concluse, proprio quel 10 maggio '87, la prima esperienza napoletana di Marino, perché impossibile sarebbe stata la coesistenza con Luciano Moggi, neo direttore generale. Ha lavorato tanto (e bene) lontano da Napoli, dove è tornato diciotto anni fa. Voluto da Aurelio De Laurentiis.

Il manager avellinese, attualmente a capo dell'area tecnica dell'Udinese, lasciò proprio il club friulano nell'estate 2004, quando il produttore cinematografico si aggiudicò il titolo sportivo della fallita Ssc Napoli. Era in A, alla guida dell'ambizioso club della famiglia Pozzo, eppure accettò quella proposta perché voleva contribuire alla rinascita di una squadra che gli aveva dato l'unico scudetto della sua carriera.

Marino mise le sue conoscenze a disposizione di De Laurentiis, condivisero le amarezze (la sconfitta nella finale playoff di serie C del 2005, proprio in casa dell'Avellino) e le gioie (la doppia promozione dalla serie C alla serie A firmata da Edy Reja e il primo assaggio d'Europa con l'intertoto). Poi il perfetto meccanismo si inceppò e quaesto accadde quande De Laurentiis decise di esonerare Reja nel 2009 prendendo Roberto Donadoni, contro il parere di Marino. L'ex ct durò poco e nello stesso periodo andò via anche il dirigente, che ironicamente posò sul tavolo della sala stampa le chiavi della sua stanza. Dicevano che apriva e chiudeva la sede di Castel Volturno, come se i pieni poteri non gli fossero stati concessi dal presidente.

Marino torna sabato 12 novembre al Maradona - lo stadio dedicato al suo amico Diego, che seguì da vicino nell'avventura mondiale dell'86 - con l'Udinese ricca di talento e voglia di emergere. Di fronte, l'imbattibile Napoli di Spalletti, che proprio il dirigente irpino volle sulla panchina friulana. Si immergerà in un'atmosfera magica, con la città che vive giorni di gloria. Come negli anni del suo Napoli d'oro.

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Il Mattino