Sirigu e il protocollo Covid: «In Nazionale più rigido dei club»

Salvatore Sirigu
Salvatore Sirigu è uno dei “senatori” in questa Nazionale così verde. La sua esperienza sarà utile. Ha parlato da saggio col sogno, magari, di...

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Salvatore Sirigu è uno dei “senatori” in questa Nazionale così verde. La sua esperienza sarà utile. Ha parlato da saggio col sogno, magari, di avere anche la fascia di capitano. E intanto ha spiegato a coloro che vorrebbero non mandare i propri giocatori in azzurro che la «Nazionale non è in discussione». 


Sirigu, quale significato ha questa amichevole?
«Intanto l’opportunità di vestire maglia della Nazionale e ciò per chiunque rappresenta un motivo di orgoglio. Ma c’è anche l’importanza di giocare bene questa partita, ricordo sempre che per un calciatore scendere in campo con l’Italia è il massimo».   
Perché non fermiamo la Nazionale? Avete avvertito questo pensiero strisciante… 
«E’ un periodo così delicato e le persone in generale, comprese le società possono avere paura che possa peggiorare la situazione. I club non possono controllare i proprio tesserati e così qualcuno ha dubbi. E’ comprensibile, però il protocollo dell’Italia rispetta gli stessi dettami delle società, anzi qui è più rigido, siamo isolati. Anche i viaggi sono fatti in massima sicurezza. In aereo stiamo tutti con la mascherina. In questo modo si può diminuire il rischio di contagio. La verità è che puoi contagiarti in Nazionale come nella tua squadra di appartenenza. Ma l’importanza della Nazionale è fuori discussione». 
Sirigu, il Torino non sta andando bene. Per lei è un’occasione per pensare ad altro?
«No questa partita non c’entra nulla con quello che viviamo a Torino… Era in preventivo passare un periodo così perché è mancato il tempo di lavorare in modo continuativo con Giampaolo. Serve un po’ per capire ciò che dobbiamo fare e anche al nostro allenatore va dato tempo per farsi comprendere. Importante in questi frangenti è restare uniti e poi pensare a migliorare. Lo stop serve mentalmente per staccare e poi appena rientrato a Torino mi ributterò nel progetto granata». 
Ci terrebbe a essere capitano?

«Chiedetelo al nostro ct. Io sono felice che lo abbia fatto El Shaarawy: per lui è stato un bello stimolo e ha giocato benissimo. Se la prendo io la fascia sarò felice per me… Poi c’è Bonuci che l’ha guadagnata di diritto. Per noi può essere la gioia di un giorno e siamo consapevoli del valore di quel simbolo».   Leggi l'articolo completo su
Il Mattino