Parisi, l'irpino di corsa verso l'Olimpo

A Serino scoppia la festa per la prima rete in Nazionale di Fabiano

Fabiano Parisi
Caratterialmente non è cambiato e forse non cambierà mai perché l'umiltà, la caparbietà e la tenacia sono la sua forza. ...

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Caratterialmente non è cambiato e forse non cambierà mai perché l'umiltà, la caparbietà e la tenacia sono la sua forza.

Ma fisicamente si è trasformato Fabiano Parisi: da bambino un po' grassottello quale era con il tempo è diventato mingherlino e veloce, imprendibile quando decide di azionare la modalità "pendolino", come è stato soprannominato ai tempi di Avellino. Jorge Del Grosso, ora comandante della stazione dei carabinieri di Mercogliano, lo ricorda come un portento della Pro Irpinia, quando riuscì a portarlo prima per un anno alla Vigor Perconti, aveva 14 anni, e poi alla Primavera del Benevento (qui da mezzala diventò terzino ndr), anche se era molto più piccolo rispetto ai suoi compagni.

Eppure quel suo essere così magro all'inizio è stata una pregiudiziale negativa, una caratteristica che non convinceva tanto allenatori ed addetti ai lavori. Ma Fabiano non si è mai arreso, mai lasciato condizionare, è andato sempre avanti, con la testa rivolta solo al futuro, all'inseguimento dei suoi sogni. Poche parole, tanta fatica e sudore.

Allo stadio di San Michele di Serino, dove il pendolino ha cominciato a dare i primi calci, il tecnico Roberto Filarmonico sta tenendo uno stage estivo dedicato alla tecnica. Ai suoi ragazzi ripete sempre gli stessi concetti: «Divertitevi: abbiate sempre passione, concentrazione e umiltà».
Umiltà è il filo conduttore della vita di Fabiano Parisi: con umiltà è arrivato prima in serie A con l'Empoli e poi con l'Under 21, agli Europei.

I giovani calciatori che ora corrono su questo campo lo considerano un mito: c'è chi vorrebbe vederlo giocare con la maglia del Napoli o della Juve, per poi averla in regalo, chi desidera emularlo. «È un ragazzo d'oro, ha fatto tanti sacrifici per arrivare in serie A. Credo che il gol che ha segnato contro la Svizzera lo abbia riempito di emozione e di orgoglio. A volte penso che ha cominciato da questo campo o da quello di Ferrari, proprio come me, mi vengono i brividi».

Palmiro ha gli occhi che brillano quando ricorda l'incontro con Parisi che, quando torna a casa, non perde occasione di assistere alle partite dei più piccoli.

«In realtà Fabiano parla poco, ma ci ha sempre detto di rimanere con i piedi per terra, di non montarci mai la testa, neanche se dovessimo riuscire ad arrivare dove è ora lui». Eppure suo padre Carmine, detto Charles, avrebbe qualcosa da dire.

«Non era severo ma giusto, tendeva a sdrammatizzare tutto, soprattutto quando facevamo i complimenti al figlio. E poi, visto l'attaccante di razza che era, lo avrebbe rimproverato per qualche errore in campo, qualche passaggio o sovrapposizione sbagliata». Roberto Filarmonico, che ha allenato Parisi sin da piccolo, sorride ripensando al suo amico che ora non c'è più.

«Era orgogliosissimo di Fabiano, e degli altri figli anche se non lo mostrava mai apertamente». Se dovesse andare alla Juve sarebbe un sogno.
«La prima maglietta la dedicherebbe proprio a papà Carmine che amava i bianconeri svela Anna Giardiello, la mamma dell'esterno ammetto che al gol, domenica sera, non ho trattenuto le lacrime di gioia ed emozione. La sua forza è il fatto che non cambia mai, era un ragazzo semplice e determinato e lo è ancora: prima però parlava un po' di più».

A Serino l'attenzione è tutta concentrata su di lui, davanti ai bar come al comune è al centro di ogni discussione. «È un esempio importante per tutti i nostri ragazzi: la dimostrazione che quando si vogliono raggiungere i propri sogni con tenacia, determinazione e sacrificio tutto è possibile, nel calcio come qualsiasi altro campo».

Il sindaco Vito Pelosi è raggiante, orgoglioso del suo talento e per questo desidera premiarlo. «Stiamo pensando di dare a Fabiano la cittadinanza onoraria: se l'è meritata eccome».

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Il Mattino