All’ultimo respiro vince il Parma, è giusto perchè ha creato parecchio di più. Festeggia la curva di casa, tantopiù che i successi al Tardini in...
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Toljan a sinistra si adatta, con l’under 21 tedesca era stato protagonista a destra, vincendo il penultimo Europeo e l’argento olimpico a Rio.
Il Sassuolo costruisce nulla, sino all’intervallo, sembra la partita di un anno fa, persa 2-1. Il Parma ha maggiore vitalità, alla ripresa i neroverdi si scuotono, con l’ingresso di Traorè per Locatelli. Berardi imbecca Boga, la conclusione sul primo palo è respinta da Sepe. Gagliolo entra duramente su Obiang, ci stava il cartellino giallo. Berardi si accende da fuori, il portiere è ancora attento, davanti alla poche decine di sostenitori sassolesi, sono arrivati appena 3 pullman.
Immancabili i cori parmigiani contro la Reggiana, che a 25 chilometri di distanza festeggia il centenario battendo il Carpi. Inglese ha lo spiraglio giusto, viene chiuso dall’ex Gianmarco Ferrari. Gervinho segna un altro gol splendido, dalla tribuna sembra regolare, Marinelli fa bene ad annullare. Resta la sensazione di un Sassuolo vulnerabile, se preso in velocità. Il rigore arriva a metà ripresa, fallo di mano in area di Obiang su angolo, c’era una spintina ai danni del centrocampista, si poteva anche non concedere. L’esecuzione è pessima, fra le braccia di Consigli: blocca in tuffo, è al 18° rigore parato in serie A, solo Handanovic ha fatto meglio, con 21 sventati.
Entra Cornelius, vorrebbe vincerla da solo, come Gervinho, l’aggancio goffamente mancato in area smaschera i suoi limiti, comunque ha notevole velocità.
Kulusevski esce fra gli applausi, qui aveva vinto lo scudetto primavera con l’Atalanta, il potenziale si intravvede. Nei 6’ di recupero, il Sassuolo spreca un contropiede, il pari sembra scritto. L’autogol fa esultare D’Aversa alla Malesani, mai visto gioire così. Magnanelli e De Zerbi si risentono, il verdetto però è equo, c’è l’aggancio in classifica a 6 punti.
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Il Mattino