Petagna nuovo eroe di Napoli: gol (e che gol), forza e sorrisi

Petagna nuovo eroe di Napoli: gol (e che gol), forza e sorrisi
Un gol così bello, probabilmente, non lo aveva segnato nemmeno a piazza Carlo Alberto. Per tanti anni è stato quello lo stadio di Andrea Petagna. Il primo ricordo di...

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Un gol così bello, probabilmente, non lo aveva segnato nemmeno a piazza Carlo Alberto. Per tanti anni è stato quello lo stadio di Andrea Petagna. Il primo ricordo di Trieste, infatti, è legato a quelle partite con suo padre. Spesso anche dopo gli allenamenti. Perché quello era divertimento assoluto. Niente a che fare con la scuola calcio, gli esercizi e la tattica. Ma sempre fino a un certo punto, perché il primo vero allenatore di Andrea era proprio papà Euro. I consigli, le parole di incoraggiamento e ovviamente l'affetto. Senza mai far sentire il peso di dover arrivare per forza in serie A. Va bene il calcio, va bene il rigore, va bene le regole: ma tutto vissuto con la leggerezza che deve competere a un ragazzino. Ecco la ricetta di casa Petagna: la ricetta giusta per seguire le orme di nonno Francesco, ex centrocampista tra gli anni 40 e 50. 

Che Andrea avesse i numeri per sfondare lo si era capito fin da piccolino, ovvero quando giocava (e segnava già) indossando la maglia della Domio, la sua prima scuola calcio. Segni particolari di quella squadra? Con Andrea in campo vinceva tutti i tornei giovanili, semplicemente la squadra più forte di tutti. In tutti i tornei erano quelli da battere, e lui era l'attaccante da abbattere. Solo dopo sono arrivati il Gradisca e la Donatello Calcio, le prime due società vere nelle quali Andrea ha iniziato a fare gol. Segnava e faceva giocare bene la squadra: decisamente troppo per rimanere confinato lì. E infatti lo scouting del Milan si accorse in fretta di quel ragazzone non solo muscoli, ma con cuore e cervello e non appena compiuti i 14 anni fatidici per trasferirsi fuori regione, ecco l'accordo con i rossoneri. Quattro anni di settore giovanile (dai Giovanissimi alla Primavera) conditi da due scudetti di categoria e l'esordio in prima squadra (il 4 dicembre 2012, a 17 anni, in Champions a San Siro contro lo Zenit prendendo il posto di Bojan Krkic). Eppure il Milan è rimasto solo il trampolino di lancio per spiccare il volo altrove. Con la maglia rossonera non è mai esploso, e per farsi le ossa ha girato tanto (tra serie A e serie B). Tutto prima della consacrazione con Atalanta (tra il 2016 e il 2018) e la Spal (2018-20). Gasperini lo considera fondamentale come catalizzatore del gioco offensivo della sua Atalanta e così conquista anche la fiducia di Gigi Di Biagio ct dell'Under 21 che lo porta all'Europeo 2017 da attaccante titolare degli azzurrini. Il Napoli arriva solo nel gennaio 2020 e per Andrea rappresenta talmente tanto un momento altissimo della sua carriera che decide di utilizzare come immagine del profilo di Whatsapp uno screenshot della videochiamata durante la quale il suo agente Giuseppe Riso gli comunica di aver chiuso l'accordo con gli azzurri.

Per farsi trovare in forma da Gattuso parte per le vacanze estive 2020 con un personal trainer che gli dovrà curare il fisico e se non fosse per il Covid contratto al rientro dalla Sardegna, sarebbe il più tirato a lucido di tutti nel ritiro di Castel di Sangro. È vero, con Gattuso prima e con Spalletti poi segna poco, ma sa farsi apprezzare con altro. Ad esempio la generosità. Nello spogliatoio tutti gli vogliono bene e lui ricambia questo affetto a suon di sorrisi, incoraggiamenti e parole di stima per ogni compagno: dal veterano al più giovane. Ha imparato ad amare questa città al punto tale dall'averla scelta anche come prossima tappa imprenditoriale. A breve aprirà due ristoranti della sua catena (Healthy color) in società con il trapper SferaEbbasta e lo stilista Marcelo Burlon: le location ideali per festeggiare altri gol, magari meno belli di quello segnato contro la Sampdoria, ma altrettanto decisivi per il futuro del Napoli. 

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Il Mattino