Più attesa di una multa dopo un consapevole divieto di sosta, di una pizza da Michele di sabato sera e di un treno della Circumvesuviana nell’ora di punta, a Napoli...
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Ma del resto se Ulisse fosse tornato a Itaca col vaporetto della Tirrenia nessuno ci avrebbe fatto un poema in versi ed è per questo che la vittoria di ieri contro il Chievo è ancora più bella. Ma andiamo con ordine. Giorni passati a ripeterci come un mantra «No, ma dobbiamo vincere assolutamente che la Roma sta là dietro, non possiamo permetterci passi falsi» che tempo un minuto e il Napoli è già sotto di un gol. E che cazz. La ragione però è semplice: a tutti capita nella vita di sentirsi qualcun altro.
De Magistris a volte si sente Che Guevara, Donald Trump a volte si sente Berlusconi e Chiriches ieri si è sentito Zidane. Per questo ha mandato in gol Rigoni, perché ha pensato che non è giusto che per via di questo fatto che fa il difensore non può fare i dribbling come Denilson. Ma tutto era preordinato all’epopea, perché nonostante la strunzata praecox il Napoli non si è abbattuto e ha trovato il pareggio con Higuain che ha dimostrato a tutti, in primis a De Laurentiis, che quand’anche fosse vero quel fatto del suo sovrappeso è ancora più vero quell’altro fatto dell’omm’ ‘e panza omm ‘e sustanza.
Poi, il capolavoro che nemmeno Omero o gli sceneggiatori di Cento Vetrine nella loro migliore giornata avrebbero saputo scrivere.
Il Mattino