Salernitana, Micai guarda al futuro: «Sogno di essere il capitano in A»

Salernitana, Micai guarda al futuro: «Sogno di essere il capitano in A»
Dopo la sorpresa di Djuric al piccolo Carlo, vincitore dell’iniziativa «Il tuo disegno per la Salernitana» questa volta è toccato ad Alessandro Micai...

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Dopo la sorpresa di Djuric al piccolo Carlo, vincitore dell’iniziativa «Il tuo disegno per la Salernitana» questa volta è toccato ad Alessandro Micai parlare con i tifosi. Il numero uno di Ventura, sui profili social del club, ha risposto alle numerose domande poste dal popolo granata…: «Salerno è il mio presente, se in futuro mi chiedessero il più bel ricordo mi piacerebbe rispondere con la promozione in serie A. L’anno scorso ho avuto un periodo difficile di adattamento e non nascondo che questo aspetto ha influito su qualche prestazione, in questo secondo anno invece mi sono ambientato alla grande anche grazie all’affetto che la gente mi ha mostrato negli ultimi tempi. A Salerno sto bene, ma il mercato è imprevedibile. Cerco di guardare al presente ma nel calcio non si può mai sapere, di certo mi piacerebbe lasciare un segno importante: magari da capitano della Salernitana in Serie A. Indosso una maglia prestigiosa per la categoria, tutti i calciatori dovrebbero ambire a vestirla».


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Inevitabile, poi, la domanda sul ricordo più brutto vissuto in granata «Ovviamente il derby con il Benevento del famoso autogol» e sul ricordo più bello «La finale playout di Venezia, ma anche il debutto dell’anno scorso all’Arechi contro il Palermo con 20mila persone sugli spalti». Capitolo quarantena e alenamenti casalinghi: «Sto cercando, per quanto possibile, di fare una vita abbastanza regolata – ha raccontato Micai -, ogni giorno faccio esercizi sia a corpo libero che con elastico per la mobilità articolare. Ma ho approfittato del momento per riprendere anche qualche libro sull’alimentazione che mi ero ripromesso di leggere e che per un motivo o per un altro non avevo avuto letto. In più ho rianalizzato le mie vecchie partite di questa stagione, ho rivisto i miei movimenti da un’altra prospettiva per capire come migliorarmi». Infine spazio all’idolo di una vita: «Gigi Buffon che nel 2006, oltre al Mondiale, avrebbe meritato anche il pallone d'oro». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino