Sterile, anemico, quasi inoffensivo. La missione cui dovrebbe tendere l'attacco granata si è rivelata clamorosamente impossibile, specie nelle ultime due partite in cui...
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Basti pensare che Calaiò, sebbene arrivato da pochissimi giorni, è subito stato lanciato nella mischia nel finale del derby con il Benevento, mossa che ha attirato critiche a Gregucci che, secondo molti, avrebbe potuto concedergli anche qualche minuto in più alla luce della situazione di punteggio. «Emanuele ci darà una grossa mano», ha auspicato in sala stampa il trainer pugliese, pronto a modificare qualcosa in prima linea ora che ha a disposizione un attaccante che sa come muoversi dentro l'area di rigore e che sa come buttarla dentro. Certo, la condizione non è delle migliori, vista la lunga una inattività a cui è stato costretto, ma Calaiò è apparso carico e motivato e perfettamente consapevole che dovrà prendersi la squadra sulle spalle, caricandosi il peso di assicurare quei gol che non sono arrivati dagli altri attaccanti in organico. Gregucci lo aspetta e, forse, potrebbe anche chiedergli di bruciare le tappe perché là davanti la Salernitana è stata evanescente ed inconcludente contro Padova e Benevento e le uniche frecce da scoccare sono quelle riposte nella faretra dell'arciere ex Parma. Toccherà a lui e agli altri due mancini over trenta, Rosina e Di Gennaro, elevare il tasso tecnico e aumentare «l'indice di pericolosità» cui ha fatto spesso riferimento Gregucci.
Calaiò potrebbe essere schierato in tandem con Jallow in uno schema con il centrocampo a cinque oppure con il rifinitore alle spalle delle punte, senza intaccare la difesa a tre. Forse non dalla trasferta di Ascoli, di sicuro il prima possibile, però, Calaiò sarà titolare così da garantire alla squadra una presenza nei pressi dell'area di rigore, un riferimento che possa fungere da terminale ma anche da grimaldello per gli inserimenti dei compagni. E, forse, dalla capacità di lettura del gioco dell'ex Parma potrebbe trarre qualche beneficio anche Jallow, apparso fuori contesto nei panni della prima punta come testimoniato dalla assiduità con cui s'è fatto pescare in fuorigioco, troppo frettolosamente alle spalle della difesa sannita, forse non sempre per colpa sua ma anche per i limiti in fase di impostazione di un centrocampo che solo con l'ingresso di Di Gennaro a tempo pieno potrà trovare qualità e tempi di gioco. Non è il numero delle punte a rendere più o meno pericolosa una squadra, infatti, quanto la capacità di muovere la palla e di sfruttare le caratteristiche dei singoli. Di sicuro, però, la presenza di Calaiò potrà riempire il vuoto che da troppo tempo si ravvisa nell'area di rigore avversaria. Certo, doversi aggrappare a un calciatore in là con gli anni e reduce da un lungo periodo di inattività non è il massimo, ma questa è la situazione della Salernitana e starà a Gregucci trovare il modo per contemperare la necessità di pungere con quella di non chiedere troppo al fisico del suo unico attaccante di razza, classe 1982, non più un ragazzino ma ancora vorace e determinato nel cercare il gol, autentico mistero insoluto per coloro i quali, a eccezione di Bocalon, si sono alternati nella prima linea granata con Colantuono, prima, e Gregucci, poi. Da domani si penserà all'Ascoli e, forse, si proverà un nuovo assetto tattico, legato, però, alla tenuta fisica di Calaiò.
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Il Mattino