Un «episodio disgustoso» che deve «rappresentare l'occasione per una riflessione»: «non è ammissibile che il calcio diventi il pretesto...
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«Desidero per prima cosa ringraziare tutti i bolognesi, gruppi organizzati e singoli tifosi, che in queste ore hanno condannato pubblicamente la messinscena allestita ieri davanti ai cancelli di Casteldebole», aggiunge Saputo. «Claudio Fenucci, Riccardo Bigon e Marco Di Vaio sono persone perbene che godono della mia piena stima professionale: a loro va la mia personale solidarietà. Resta la gravità del fatto: mai avrei pensato che in una città come Bologna potessero verificarsi episodi del genere, che non posso in alcun modo collegare alla passione genuina dei veri tifosi rossoblù. Non concepisco e non concepirò mai che per uno sport, che dovrebbe essere motivo di divertimento e aggregazione, si arrivi a minacciare tre persone. Tre persone che peraltro ricevono da mesi offese di ogni tipo, sui social e nei messaggi inviati a radio e tv, perché la squadra quest'anno non sta ottenendo i risultati sperati. Ora si è superata la misura e giustamente la condanna è unanime».
I carabinieri hanno ricevuto le denunce e informato la Procura dopo l'atto intimidatorio scoperto ieri pomeriggio a Casteldebole, davanti al centro tecnico del Bologna Calcio, dove sono comparse tre croci con i nomi di altrettanti dirigenti del club.
Il Mattino